Scritture contabili

Scritture contabili (d. comm.)
Sono i documenti che contengono la rappresentazione in termini quantitativi e/o monetari dei singoli atti di impresa, della situazione del patrimonio dell'imprenditore e del risultato economico dell'attività da lui svolta.
Costituiscono un elemento indispensabile per ogni impresa commerciale [Impresa]; infatti, ogni imprenditore commerciale [Imprenditore], esclusi il piccolo imprenditore e l'imprenditore agricolo, deve tenere obbligatoriamente:
— il libro giornale, nel quale vanno annotate (giorno per giorno) tutte le operazioni, nell'ordine in cui sono compiute, secondo i criteri di: cronologicità (ogni affare va iscritto in ordine cronologico); immediatezza (ogni affare va iscritto appena compiuto);
— il libro degli inventari, in cui va redatto l'inventario all'inizio dell'attività e poi ogni anno, per indicare lo stato patrimoniale dell'impresa.
L'imprenditore deve, altresì, conservare tutta la corrispondenza, i contratti e le fatture, per la durata di dieci anni. Anche i libri contabili devono essere conservati per 10 anni eventualmente anche su supporto informatico.
Accanto a queste scritture (obbligatorie in via generale per ogni imprenditore commerciale) la legge impone poi la tenuta di altri libri e registri richiesti dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa (un esempio è dato dal libro mastro, in cui vengono raggruppate sistematicamente le annotazioni trascritte in ordine cronologico sul libro giornale).
Le (—) sono sottoposte ad un regime di formalità a garanzia della loro inalterabilità e corretta compilazione.