Fascismo

Fascismo (d. cost.)
Movimento politico tipico di alcuni Stati a struttura capitalista, ma con ritardata composizione unitaria e democratica, nei quali la domanda politica delle moderne classi lavoratrici si scontra con una accentuata debolezza economica, politica e culturale della borghesia dirigente. Ciò determina, da un lato, la crescita impetuosa di una forte opposizione politica rivoluzionaria, dall'altro una scarsa capacità di direzione politica mediante concessioni di vario tipo (libertà sindacale, accesso al governo etc.). Ne deriva una notevole tensione sociale e politica nella quale il regime fascista cresce polemizzando radicalmente contro il liberalismo e le istituzioni rappresentative accusate di essere incapaci di fronteggiare la crisi dello Stato. Al tempo stesso conduce una battaglia extraparlamentare contro il movimento operaio organizzato.
In Italia tale movimento politico, trasformatosi in regime, ha gradatamente preso il potere cancellando la democrazia parlamentare dal 1922 (marcia su Roma) al 1945.
Caratteri dell'ordinamento fascista italiano furono:
— centralizzazione del potere nelle mani del duce (Benito Mussolini), capo del Governo e titolare diretto di alcuni Ministeri chiave, e del partito nazionale fascista (PNF), i cui vertici si andarono a confondere con quelli dello Stato, tanto che nel 1926 il fascio littorio, simbolo del partito, divenne emblema dello Stato;
— fidelizzazione delle masse attraverso una serie di istituzioni (Opera Nazionale Balilla, Fasci femminili, Gioventù italiana del littorio etc.) rigidamente legate al PNF, che creò un processo di politicizzazione di tutte le aree sociali, molte delle quali erano da tempo escluse dalla attiva partecipazione politica;
— costituzionalizzazione del Gran Consiglio, l'organo supremo dello Stato con funzione di indirizzo e coordinamento di tutte le attività del regime; era presieduto dal duce, e doveva esser sentito obbligatoriamente su tutte le questioni di rilievo costituzionale;
 decadenza della monarchia, che perse, a beneficio del Gran Consiglio, numerose prerogative costituzionali;
— creazione di uno Stato corporativista che pose le grandi organizzazioni produttive e le categorie professionali al centro del sistema politico in conformità all'idea-base del fascismo che propugnava uno Stato del lavoro e parlava di vero liberalismo;
— atteggiamento confessionale dello Stato che, ai fini del controllo sociale, tutelava la religione cattolica professata dalla quasi totalità della popolazione [Patti Lateranensi].
Il timore del riaffermarsi di un nuovo partito fascista in Italia ha portato all'inserimento, nella Costituzione repubblicana, della XII disposizione finale con la quale è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
Le organizzazioni neofasciste sono sciolte con provvedimento del Ministro dell'interno e i loro beni vengono confiscati.