Welfare state
Welfare state [stato del benessere]
Insieme delle attività e delle politiche intraprese dallo Stato al fine di garantire il benessere sociale. Tradizionalmente, l'intervento pubblico in questo campo ha mirato a:
— assicurare ai cittadini un reddito minimo (sussidi alla disoccupazione, trasferimenti ai cittadini meno abbienti ecc.);
— garantire forme di sicurezza sociale (sistema pensionistico, assicurazioni contro gli infortuni, prestazioni sanitarie);
— assicurare la massima diffusione dei servizi pubblici (v.) considerati essenziali (istruzione, servizio idrico, edilizia popolare ecc.).
Le prime forme di assistenza sociale garantite dallo Stato furono introdotte intorno al 1880 in Germania; il termine Welfare state è tuttavia entrato nel linguaggio comune soltanto dopo la seconda guerra mondiale, allorché molti Stati dell'Europa occidentale adottarono piani specifici di aiuti alla popolazione più povera; in seguito gli scopi e l'attività dei governi subirono una notevole espansione.
Negli anni più recenti il Welfare state ha attraversato un periodo di profonda crisi in quasi tutti i paesi, dovuta al fatto che la spesa per l'assistenza sociale è giunta, dietro la spinta di vari gruppi di pressione (partiti politici, sindacati, associazioni di categoria), ad assorbire una fetta sempre più grande del prodotto interno lordo (v. PIL).
Dal punto di vista economico il Welfare state trova giustificazione nella necessità di sopperire ai cosiddetti fallimenti del mercato (v.) e di soddisfare bisogni collettivi. Questa impostazione non è però condivisa da quanti ritengono che l'assistenzialismo, oltre a produrre sprechi ed inefficienze, rappresenta un disincentivo a produrre per coloro che ne beneficiano; in particolare è stato posto in evidenza come l'esistenza di sussidi alla disoccupazione rappresenti uno dei fattori principali della rigidità dei salari in quanto molte persone disoccupate difficilmente accetteranno un basso salario sapendo di essere garantiti da un'adeguata assistenza sociale.
Insieme delle attività e delle politiche intraprese dallo Stato al fine di garantire il benessere sociale. Tradizionalmente, l'intervento pubblico in questo campo ha mirato a:
— assicurare ai cittadini un reddito minimo (sussidi alla disoccupazione, trasferimenti ai cittadini meno abbienti ecc.);
— garantire forme di sicurezza sociale (sistema pensionistico, assicurazioni contro gli infortuni, prestazioni sanitarie);
— assicurare la massima diffusione dei servizi pubblici (v.) considerati essenziali (istruzione, servizio idrico, edilizia popolare ecc.).
Le prime forme di assistenza sociale garantite dallo Stato furono introdotte intorno al 1880 in Germania; il termine Welfare state è tuttavia entrato nel linguaggio comune soltanto dopo la seconda guerra mondiale, allorché molti Stati dell'Europa occidentale adottarono piani specifici di aiuti alla popolazione più povera; in seguito gli scopi e l'attività dei governi subirono una notevole espansione.
Negli anni più recenti il Welfare state ha attraversato un periodo di profonda crisi in quasi tutti i paesi, dovuta al fatto che la spesa per l'assistenza sociale è giunta, dietro la spinta di vari gruppi di pressione (partiti politici, sindacati, associazioni di categoria), ad assorbire una fetta sempre più grande del prodotto interno lordo (v. PIL).
Dal punto di vista economico il Welfare state trova giustificazione nella necessità di sopperire ai cosiddetti fallimenti del mercato (v.) e di soddisfare bisogni collettivi. Questa impostazione non è però condivisa da quanti ritengono che l'assistenzialismo, oltre a produrre sprechi ed inefficienze, rappresenta un disincentivo a produrre per coloro che ne beneficiano; in particolare è stato posto in evidenza come l'esistenza di sussidi alla disoccupazione rappresenti uno dei fattori principali della rigidità dei salari in quanto molte persone disoccupate difficilmente accetteranno un basso salario sapendo di essere garantiti da un'adeguata assistenza sociale.