Utilità marginale

Utilità marginale

Utilità
(v.) attribuita da un individuo all'ultima unità consumata di un determinato bene.
L'utilità che si ricava dal consumo di un bene non è, infatti, sempre uguale e costante qualuque sia la quantità del bene di cui si dispone.
Così ad esempio, quando si è particolarmente affamati l'utilità che si ricava dal primo boccone di cibo è molto elevata; a mano a mano che si prosegue in questa azione (mangiare), il bisogno (la fame) decresce di intensità e quindi le successive dosi di cibo procureranno una soddisfazione via via minore; oltre un certo livello, continuare a mangiare quando si è già sazi potrebbe addirittura dare fastidio, provocare un danno: creare cioè disutilità (v.). L'utilità marginale è, quindi, decrescente poiché al dimiuire di un bisogno diminuisce anche progressivamente il piacere ricavabile dalle dosi successive di un bene (principio dell'utilità marginale decrescente). Quanto detto può essere rappresentato graficamente, indicando le dosi di cibo sull'asse delle ascisse e il valore dell'utilità marginale sull'asse delle ordinate.

Vedi grafico
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L'utilità marginale è rappresentata da una curva decrescente che indica, appunto, che all'aumentare delle dosi di cibo diminuisce il valore dell'utilità marginale.