Teoria dei costi comparati

Teoria dei costi comparati

Teoria economica formulata da D. Ricardo (v.) nel 1817, conosciuta anche come teoria dei vantaggi comparati, secondo la quale ogni paese può trarre vantaggio dal commercio internazionale (v.) poiché gli scambi tra paesi:
— favoriscono la specializzazione produttiva;
— permettono una maggior produzione a livello mondiale;
— consentono un miglioramento del tenore di vita delle popolazioni.
Perché vi siano questi vantaggi, non è necessario che un paese goda di un vantaggio assoluto rispetto ad un altro paese nella produzione di un determinato bene: è sufficiente che il vantaggio sia comparato, cioè che il paese sia relativamente più efficiente. Il concetto può essere chiarito ricorrendo all'esempio numerico riportato in tabella.

Ore di lavoro necessarie
per la produzione di una unità

vino tessuto tot. senza tot. con
scambi gli scambi

Inghilterra 120 90 210 180

Portogallo 70 80 150 140

—————————————————————————
360 320

In essa vengono confrontate le condizioni di efficienza ipotetiche di due paesi, l'Inghilterra e il Portogallo, nella produzione di due diversi beni: vino e tessuto. Per produrre un'unità di ciascuno dei beni, i due paesi impiegano un diverso ammontare di lavoro e il costo dei beni è misurato appunto dal lavoro necessario a produrre i beni stessi. Così, ad esempio, per produrre un'unità di vino e un'unità di tessuto, l'Inghilterra impiega complessivamente 210 ore di lavoro mentre in Portogallo ne occorrono soltanto 150.
La prima osservazione che si può fare, è che il Portogallo è più efficiente in senso assoluto rispetto all'Inghilterra: impiega, infatti, quantità di lavoro inferiori in entrambi i casi. Anche se l'Inghilterra è meno efficiente in entrambe le produzioni, la sua inefficienza è relativamente minore nella produzione di tessuto poiché la differenza in termini di impiego di lavoro è inferiore nel caso del tessuto (10 ore di lavoro in più) rispetto alla produzione di vino (dove occorrono 50 unità in più di quelle necessarie in Portogallo). In termini relativi o comparati, si può dire, pertanto, che il vantaggio di produttività del Portogallo è maggiore nel caso della produzione di vino: allo stesso modo, l'Inghilterra ha un vantaggio relativo nella produzione di tessuto.
Ricardo dimostrò che, in questa situazione entrambi i paesi possono trarre vantaggio dalla specializzazione, in particolare dedicandosi alla produzione del bene di cui godono il più elevato vantaggio comparato. In questo caso, per l'Inghilterra è conveniente specializzarsi nella produzione di tessuto che in parte consumerà al suo interno e in parte esporterà in Portogallo. Come si può vedere nell'ultima colonna della tabella, producendo due unità di tessuto (una delle quali verrà scambiata con il Portogallo) l'Inghilterra ha un risparmio pari a 30 unità di lavoro. Il Portogallo, dal canto suo, specializzandosi nella produzione di vino (in cui gode di un vantaggio comparato) può produrre due unità di questo bene con un risparmio di 10 unità di lavoro.
Globalmente l'ammontare complessivo di beni a disposizione dei due paesi è lo stesso (2 unità di vino e 2 di tessuto) ma, attraverso la specializzazione e lo scambio, i due paesi realizzano un risparmio di lavoro complessivamente pari a 40 unità che potranno essere utilizzate per produrre quantità ulteriori di beni.
In sintesi, la teoria dei costi (o dei vantaggi) comparati dimostra che, affinché lo scambio commerciale fra paesi sia conveniente, è sufficiente che vi sia un costo (o un vantaggio) comparato di produzione indipendentemente dal costo (o vantaggio) assoluto. La specializzazione e il libero scambio (v. Liberismo) permettono di migliorare il tenore di vita di ciascun paese e di incrementare la produzione mondiale.