SME-2
SME-2
Meccanismo di cambio tra l’euro (v.) e le monete degli Stati non partecipanti alla valuta europea.
Il nuovo accordo di cambio, che ha sostituito lo SME (v.), è stato definitivamente approvato nel corso del Consiglio europeo di Amsterdam del 16 giugno 1997 e ha lo scopo di evitare che le monete non partecipanti all’euro possano deprezzarsi svantaggiando indirettamente le altre economie, nonché di favorire il loro graduale avvicinamento alla moneta unica.
I punti cardine dell’accordo, che a partire dal 1999 disciplina i rapporti tra l’euro e le valute dei paesi membri non partecipanti, sono tre:
— la fissazione dei tassi di cambio (v.) delle monete non partecipanti rispetto all’euro, con una banda di oscillazione pari a ± 15%. Tra le monete escluse possono essere stabiliti margini di oscillazione più ristretti;
— per poter partecipare allo SME-2 (partecipazione che avviene su base volontaria) è necessario un accordo tra i ministri degli Stati partecipanti all’euro, i ministri e i governatori degli Stati non partecipanti e la Banca centrale europea (v. BCE);
— il sostegno alle monete partecipanti eventualmente oggetto di manovre speculative è garantito (in modo automatico e illimitatamente) anche dalla Banca centrale europea. Questa ha comunque la facoltà di sospendere le azioni di cooperazione qualora risultino in contrasto con l’obiettivo principale della Banca, che è quello di garantire la stabilità monetaria tra i paesi euro.
L’accordo politico sullo SME-2 è stato successivamente perfezionato con l’accordo tra la Banca centrale europa e le banche centrali degli Stati non aderenti all’euro del 1° settembre 1998.
Con il vertice dei ministri finanziari tenutosi a Vienna il 26 settembre sono stati conclusi gli accordi per l’adesione della Danimarca e della Grecia, gli unici Stati che hanno espresso la volontà di agganciare le loro monete all’euro tramite lo SME-2. A partire dal 4 gennaio 1999 si è decisa la partecipazione al nuovo accordo di cambio della corona danese, per la quale è stata stabilita una banda di oscillazione del ± 2,25%, e della dracma greca, alla quale è stata attribuita una banda di oscillazione del ± 15%. Quest’ultima valuta, dal 1° gennaio 2001, partecipa alla terza fase dell’UEM.
Meccanismo di cambio tra l’euro (v.) e le monete degli Stati non partecipanti alla valuta europea.
Il nuovo accordo di cambio, che ha sostituito lo SME (v.), è stato definitivamente approvato nel corso del Consiglio europeo di Amsterdam del 16 giugno 1997 e ha lo scopo di evitare che le monete non partecipanti all’euro possano deprezzarsi svantaggiando indirettamente le altre economie, nonché di favorire il loro graduale avvicinamento alla moneta unica.
I punti cardine dell’accordo, che a partire dal 1999 disciplina i rapporti tra l’euro e le valute dei paesi membri non partecipanti, sono tre:
— la fissazione dei tassi di cambio (v.) delle monete non partecipanti rispetto all’euro, con una banda di oscillazione pari a ± 15%. Tra le monete escluse possono essere stabiliti margini di oscillazione più ristretti;
— per poter partecipare allo SME-2 (partecipazione che avviene su base volontaria) è necessario un accordo tra i ministri degli Stati partecipanti all’euro, i ministri e i governatori degli Stati non partecipanti e la Banca centrale europea (v. BCE);
— il sostegno alle monete partecipanti eventualmente oggetto di manovre speculative è garantito (in modo automatico e illimitatamente) anche dalla Banca centrale europea. Questa ha comunque la facoltà di sospendere le azioni di cooperazione qualora risultino in contrasto con l’obiettivo principale della Banca, che è quello di garantire la stabilità monetaria tra i paesi euro.
L’accordo politico sullo SME-2 è stato successivamente perfezionato con l’accordo tra la Banca centrale europa e le banche centrali degli Stati non aderenti all’euro del 1° settembre 1998.
Con il vertice dei ministri finanziari tenutosi a Vienna il 26 settembre sono stati conclusi gli accordi per l’adesione della Danimarca e della Grecia, gli unici Stati che hanno espresso la volontà di agganciare le loro monete all’euro tramite lo SME-2. A partire dal 4 gennaio 1999 si è decisa la partecipazione al nuovo accordo di cambio della corona danese, per la quale è stata stabilita una banda di oscillazione del ± 2,25%, e della dracma greca, alla quale è stata attribuita una banda di oscillazione del ± 15%. Quest’ultima valuta, dal 1° gennaio 2001, partecipa alla terza fase dell’UEM.