Sindacato

Sindacato

Associazione libera e spontanea di lavoratori subordinati o di datori di lavoro costituita al fine di tutelare i comuni interessi di categoria. La disciplina del sindacato è prevista dall'art. 39 Cost. secondo il quale «l'organizzazione sindacale è libera».


I principali sindacati dei lavoratori
e degli imprenditori


CGIL
(Confederazione Generale Italiana del Lavoro). Fondata nel 1906 come Confederazione Generale del Lavoro da esponenti socialisti. È il sindacato con il maggior numero di aderenti.
CISL
(Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori). Fondata nel 1950 dai sindacalisti democristiani staccatisi dalla CGIL nel 1948.
UGL
(Unione generale del Lavoro). Nata nel 1997 dalla fusione della CISNAL e di altri sindacati minori.
UIL
(Unione Italiana del Lavoro). Fondata nel 1949 da sindacalisti socialdemocratici e repubblicani.
Confindustria
(Confederazione Generale dell'Industria Italiana). Fondata nel 1919; raggruppa le organizzazioni di categoria e territoriali degli industriali.
Confagricoltura
(Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana). Fondata nel 1911.
Confapi
(Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria).
Confartigianato
(Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato).
Confcommercio
(Confederazione Generale del Commercio e del Turismo).


Le prime organizzazioni sindacali nascono e si sviluppano nel corso del XIX secolo al fine di acquisire una maggiore forza contrattuale nei confronti dei datori di lavoro.
Nel 1830, in Inghilterra, nasce la National Association for the Protection of Labour che nel 1871, con l'emanazione del Trade Union Act (Legge sui sindacati), sarà riconosciuta legittima.
In Italia già le casse di Mutuo Soccorso si configuravano come strumenti di aggregazione sindacale e nel 1890 furono aboliti i divieti di coalizione fra lavoratori.
Nondimeno, solo dopo le guerre mondiali, nel 1944, nasce l'attuale CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) che attraverso una serie di scissioni ha dato vita anche alla CISL (Confederazione Italiana dei Sindacati dei Lavoratori) e alla UIL (Unione Italiana del Lavoro).
Nel corso degli anni la forza contrattuale raggiunta dai sindacati ha permesso di raggiungere molti obiettivi quali:
— il diritto alla contrattazione collettiva dei salari (che prevede la stipula di contratti con le imprese aventi validità per l'intera categoria e non soltanto per un singolo lavoratore);
— il riconoscimento della legittimità del diritto di sciopero (v.);
— la fissazione dei minimi salariali;
— le riduzioni dell'orario di lavoro;
— l'ottenimento di riposo festivo e ferie annuali;
— la regolamentazione del lavoro delle donne (in caso di maternità, ecc.).
L'analisi economica ha quasi sempre considerato il sindacato soprattutto come controparte degli imprenditori nella contrattazione sindacale. L'ipotesi più nota avanzata per spiegare il comportamento delle organizzazioni sindacali è quella del cosiddetto modello del sindacato monopolista. In questo caso vi è un solo sindacato dei lavoratori che ha il potere di imporre agli imprenditori il livello dei salari; alle imprese, invece, resta il potere di decidere il livello dell'occupazione. Se il sindacato è espressione solo di coloro che già lavorano, esso rivendicherà salari più alti a discapito delle nuove assunzioni; se, invece, l'organizzazione vuole rappresentare tutte le forze di lavoro (v.), compresi disoccupati e inoccupati (v.) il salario rivendicato sarà più basso.