Scuola di Stoccolma
Scuola di Stoccolma
Generazione di economisti svedesi che ha avuto in K. Wicksell (v.) il suo antesignano e che ha prodotto studiosi come G. Myrdal (v.), B. Ohlin (v.), E. Lindhal (v.), E. Lundberg e D. Hammarskjöld.
Le idee della scuola di Stoccolma si affermarono allorché la Grande Crisi del 1929 travolse anche la Svezia e questi economisti, chiamati in causa dalle autorità governative, dettarono le linee per una nuova politica economica (v.). Essi, infatti, ritenendo ormai del tutto insufficiente la sola manovra del tasso d'interesse come misura espansiva, dimostrarono che migliori risultati si sarebbero raggiunti attraverso un uso del bilancio dello Stato (v.) adattabile al tipo di congiuntura (v.): in pareggio nelle fasi di crescita, deliberatamente in perdita se si fosse trattato di sostenere domanda e livelli occupazionali. La scuola di Stoccolma anticipò, quindi, Keynes (v.). In proposito, l'economista americano J.K. Galbraith (v.) ha affermato: «in un mondo che badasse alla precisione terminologica si dovrebbe parlare non di Rivoluzione keynesiana bensì di Rivoluzione svedese».
Generazione di economisti svedesi che ha avuto in K. Wicksell (v.) il suo antesignano e che ha prodotto studiosi come G. Myrdal (v.), B. Ohlin (v.), E. Lindhal (v.), E. Lundberg e D. Hammarskjöld.
Le idee della scuola di Stoccolma si affermarono allorché la Grande Crisi del 1929 travolse anche la Svezia e questi economisti, chiamati in causa dalle autorità governative, dettarono le linee per una nuova politica economica (v.). Essi, infatti, ritenendo ormai del tutto insufficiente la sola manovra del tasso d'interesse come misura espansiva, dimostrarono che migliori risultati si sarebbero raggiunti attraverso un uso del bilancio dello Stato (v.) adattabile al tipo di congiuntura (v.): in pareggio nelle fasi di crescita, deliberatamente in perdita se si fosse trattato di sostenere domanda e livelli occupazionali. La scuola di Stoccolma anticipò, quindi, Keynes (v.). In proposito, l'economista americano J.K. Galbraith (v.) ha affermato: «in un mondo che badasse alla precisione terminologica si dovrebbe parlare non di Rivoluzione keynesiana bensì di Rivoluzione svedese».