Moltiplicatore dei depositi
Moltiplicatore dei depositi
Capacità delle banche di favorire, nel momento in cui concedono prestiti, l'aumento dei depositi e creare in questo modo nuova moneta bancaria (v.).
L'idea centrale che sta alla base del concetto di moltiplicatore dei depositi è data dal fatto che gli accreditati dalla banca utilizzano i prestiti, per la maggior parte, a mezzo di assegni bancari e coloro a cui gli assegni sono dati in pagamento spesso se ne servono senza tramutarli in biglietti (versandoli sul proprio conto in banca o girandoli a terzi).
Per ogni prestito accordato ai clienti, quindi, si creerà un nuovo deposito presso le banche e queste ultime utilizzeranno i fondi così ottenuti per concedere nuovi crediti.
Per ogni deposito di biglietti effettuato presso la banca questa potrà accordare prestiti per un importo di gran lunga superiore alla moneta legale (v.) di cui dispone: la differenza tra i due importi è colmata dagli assegni bancari che saranno spiccati sulla banca e circoleranno tra i numerosi soggetti economici, senza essere convertiti in biglietti.
Possiamo perciò concludere che un aumento della moneta legale dalla Banca centrale (v.) o, meglio, un aumento della base monetaria (v.), comporta un aumento della moneta bancaria di gran lunga superiore: esso, infatti, sarà pari all'incremento di moneta legale per il moltiplicatore dei depositi.
Il moltiplicatore dei depositi
La capacità delle banche di creare ulteriori depositi partendo da una somma inizialmente depositata può essere illustrata attraverso un esempio numerico.
Supponiamo che la Banca centrale aumenti di 1 milione la base monetaria (ad esempio stampando banconote) e che i cittadini depositino questa somma in una banca. La banca, ora, potrà creare ulteriore liquidità bancaria partendo dal deposito iniziale. Dopo aver, infatti, accantonato una certa quota a titolo di riserva obbligatoria (v.) (poniamo il 20%) la banca potrà prestare le restanti 800 mila lire a coloro che hanno bisogno di credito. Se questo denaro ritorna di nuovo nel circuito bancario, la banca che lo riceve potrà riutilizzarlo, dopo aver nuovamente dedotto la quota di riserva obbligatoria, ovvero potrà concedere credito per 640 mila lire. Chiaramente la somma disponibile sarà sempre minore; il processo si arresterà quando la somma delle riserve accumulate dalle banche sarà uguale al deposito iniziale. La formula del moltiplicatore dei depositi è data da:
@
dove il simbolo indica l'ammontare della moneta bancaria ottenuta dal deposito iniziale, M la base monetaria e 1/q è il moltiplicatore dei depositi, espresso come l'inverso del coefficiente di riserva obbligatoria (q).
Riprendendo l'esempio precedente si può scrivere:
@
Da una base monetaria iniziale di 1 milione il sistema creditizio avrà generato moneta bancaria per un ammontare pari a 5 milioni.
Capacità delle banche di favorire, nel momento in cui concedono prestiti, l'aumento dei depositi e creare in questo modo nuova moneta bancaria (v.).
L'idea centrale che sta alla base del concetto di moltiplicatore dei depositi è data dal fatto che gli accreditati dalla banca utilizzano i prestiti, per la maggior parte, a mezzo di assegni bancari e coloro a cui gli assegni sono dati in pagamento spesso se ne servono senza tramutarli in biglietti (versandoli sul proprio conto in banca o girandoli a terzi).
Per ogni prestito accordato ai clienti, quindi, si creerà un nuovo deposito presso le banche e queste ultime utilizzeranno i fondi così ottenuti per concedere nuovi crediti.
Per ogni deposito di biglietti effettuato presso la banca questa potrà accordare prestiti per un importo di gran lunga superiore alla moneta legale (v.) di cui dispone: la differenza tra i due importi è colmata dagli assegni bancari che saranno spiccati sulla banca e circoleranno tra i numerosi soggetti economici, senza essere convertiti in biglietti.
Possiamo perciò concludere che un aumento della moneta legale dalla Banca centrale (v.) o, meglio, un aumento della base monetaria (v.), comporta un aumento della moneta bancaria di gran lunga superiore: esso, infatti, sarà pari all'incremento di moneta legale per il moltiplicatore dei depositi.
Il moltiplicatore dei depositi
La capacità delle banche di creare ulteriori depositi partendo da una somma inizialmente depositata può essere illustrata attraverso un esempio numerico.
Supponiamo che la Banca centrale aumenti di 1 milione la base monetaria (ad esempio stampando banconote) e che i cittadini depositino questa somma in una banca. La banca, ora, potrà creare ulteriore liquidità bancaria partendo dal deposito iniziale. Dopo aver, infatti, accantonato una certa quota a titolo di riserva obbligatoria (v.) (poniamo il 20%) la banca potrà prestare le restanti 800 mila lire a coloro che hanno bisogno di credito. Se questo denaro ritorna di nuovo nel circuito bancario, la banca che lo riceve potrà riutilizzarlo, dopo aver nuovamente dedotto la quota di riserva obbligatoria, ovvero potrà concedere credito per 640 mila lire. Chiaramente la somma disponibile sarà sempre minore; il processo si arresterà quando la somma delle riserve accumulate dalle banche sarà uguale al deposito iniziale. La formula del moltiplicatore dei depositi è data da:
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dove il simbolo indica l'ammontare della moneta bancaria ottenuta dal deposito iniziale, M la base monetaria e 1/q è il moltiplicatore dei depositi, espresso come l'inverso del coefficiente di riserva obbligatoria (q).
Riprendendo l'esempio precedente si può scrivere:
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Da una base monetaria iniziale di 1 milione il sistema creditizio avrà generato moneta bancaria per un ammontare pari a 5 milioni.