Modello di Tiebout

Modello di Tiebout

Modello che giunge a determinare la dimensione ottima delle giurisdizioni locali (v.) ipotizzando la perfetta mobilità dei cittadini.
Secondo Tiebout, l'efficienza degli enti locali nella erogazione dei beni e servizi pubblici dipende in larga misura dalla possibilità di conoscere esattamente le preferenze degli utenti.
Questi ultimi, però, data la natura particolare dei beni e servizi in questione, si comportano generalmente da free rider (v.), il che rende difficile stabilire la quantità ottima da produrre in base alle usuali regole di mercato. Così, almeno a livello locale, si può ricorrere ad un sistema di decisione politico che Tiebout chiama regola del voto con i piedi: il cittadino insoddisfatto della politica adottata da una certa giurisdizione locale può dimostrare il proprio disaccordo, cioè le proprie preferenze, emigrando altrove. Se tutti gli individui si comportano allo stesso modo, se tutti sono a conoscenza delle differenze esistenti fra i diversi enti locali e se il numero di questi ultimi è tale da soddisfare le preferenze di tutti i cittadini, ogni giurisdizione locale produrrà esattamente la gamma e la quantità di beni e servizi necessaria per soddisfare le preferenze dei propri utenti.
Il modello di Tiebout presenta, però, dei limiti.
Il primo è collegabile alla circostanza che le emigrazioni determinano la concentrazione in alcune zone di cittadini che hanno gli stessi gusti e quindi quasi certamente lo stesso reddito. Si genereranno così giurisdizioni locali stratificate in base al reddito, in cui i cittadini meno abbienti avranno un ruolo marginale nella vita politica ed economica. Un ulteriore limite, non certo trascurabile, è che l'emigrazione di un cittadino da una giurisdizione all'altra provoca fenomeni di congestione (v.) che costituiscono causa di inefficienza.