Mobilizzazione della riserva obbligatoria
Mobilizzazione della riserva obbligatoria
Possibilità, di cui possono avvalersi le banche soggette al vincolo della riserva obbligatoria (v.), di movimentare l’intera riserva purché a fine giornata il conto riserva /regolamento, conto su cui la banca mantiene le proprie riserve presso la Banca Centrale (v.), non presenti saldi negativi.
In Italia, fino all’ottobre 1990, le banche erano obbligate al rispetto del vincolo di riserva in ogni singolo giorno; a partire da quella data, invece, le banche potevano prelevare dal deposito obbligatorio una percentuale fermo restando:
— che l’obbligo di riserva doveva essere rispettato non più ogni giorno ma in media durante il periodo di mantenimento (dal 15 di ogni mese al 14 del mese successivo);
— che ogni giorno la banca presentasse un deposito non inferiore all’importo dovuto al netto della parte mobilizzabile (con una percentuale mobilizzabile del 12,5%, la banca a fine giornata doveva mantenere un deposito pari almeno all’87,5%).
Era dunque possibile prelevare dal deposito di riserva per uno o più giorni purché il prelievo fosse compensato nei successivi giorni del periodo di mantenimento.
A partire dal 1° gennaio 1999, con l’avvio della fase finale dell’UEM (v.), per le istituzioni creditizie operanti nell’area dell’euro (v.), l’obbligo di riserva si considera soddisfatto se la banca mantiene una riserva media giornaliera, calcolata nell’arco di un mese, almeno pari all’ammontare di riserva dovuto. È dunque possibile movimentare l’intera riserva purché a fine giornata il conto riserva/regolamento (il conto su cui la banca mantiene le proprie riserve pressa la Banca centrale) non presenti saldi negativi.
La possibilità di ricorrere alla mobilizzazione della riserva consente di stabilizzare i tassi sul mercato interbancario (v.).
Le banche, infatti, possono fronteggiare eventuali momentanee carenze di liquidità o ricorrendo alla Banca Centrale oppure rivolgendosi ad un altro istituto di credito sul cosiddetto mercato interbancario; in quest’ultimo caso, una banca con momentanee eccedenze di liquidità concede un prestito che in genere ha durata brevissima giungendo a compimento nel giro di un giorno e che per tale motivo si definisce overnight (v.).
Proprio per evitare di dover ricorrere a tali finanziamenti, le banche oltre alle riserve necessarie per soddisfare il vincolo obbligatorio detengono ulteriori disponibilità liquide (riserve libere o in eccesso). L’entità di questa riserva volontaria (v.) dipende essenzialmente dal costo-opportunità del loro mantenimento pari al rendimento derivante dal possibile impiego alternativo: le banche rinunciano infatti alla remunerazione che potrebbero ricavare impiegandole in depositi a brevissimo termine (come l’overnight la cui durata è limitata ad un giorno); pertanto, se il tasso overnight sale, aumenta il costo-opportunità delle riserve libere e ne diminuisce la domanda.
Con la mobilizzazione la distinzione fra le due tipologie di riserve non ha più alcun senso (ed infatti ora, a differenza di quanto avveniva in precedenza, esse confluiscono nell’unico conto di riserva/regolamento presso la Banca Centrale) poiché le banche possono far fronte agli imprevisti movimentando la riserva obbligatoria purché rispettino l’obbligo mensile. Con questo margine di manovra più ampio, le banche possono quindi fronteggiare senza eccessivi problemi eventuali shock (temporanei) di liquidità sul mercato monetario e non hanno più necessità di ricorrere all’overnight per rimediare ad eventuali errori di previsione. Questa maggiore libertà d’azione permessa dalla mobilizzazione comporta due vantaggi:
— la domanda di riserve da parte delle banche dipende essenzialmente dalla differenza fra tasso overnight atteso e tasso overnight attuale. Se il tasso atteso è maggiore di quello attuale conviene detenere più riserve: in questo modo, nei giorni successivi, la banca potrà minimizzare le sue riserve (ed i conseguenti costi-opportunità);
— l’influenza della BCE (v.) si esplica dapprima sui tassi interbancari e da qui si trasmette al resto del sistema economico. Se il mercato overnight è più stabile, la banca centrale può trasmettere i propri segnali di politica monetaria senza che questi subiscano le interferenze momentanee di un mercato eccessivamente volatile.
Possibilità, di cui possono avvalersi le banche soggette al vincolo della riserva obbligatoria (v.), di movimentare l’intera riserva purché a fine giornata il conto riserva /regolamento, conto su cui la banca mantiene le proprie riserve presso la Banca Centrale (v.), non presenti saldi negativi.
In Italia, fino all’ottobre 1990, le banche erano obbligate al rispetto del vincolo di riserva in ogni singolo giorno; a partire da quella data, invece, le banche potevano prelevare dal deposito obbligatorio una percentuale fermo restando:
— che l’obbligo di riserva doveva essere rispettato non più ogni giorno ma in media durante il periodo di mantenimento (dal 15 di ogni mese al 14 del mese successivo);
— che ogni giorno la banca presentasse un deposito non inferiore all’importo dovuto al netto della parte mobilizzabile (con una percentuale mobilizzabile del 12,5%, la banca a fine giornata doveva mantenere un deposito pari almeno all’87,5%).
Era dunque possibile prelevare dal deposito di riserva per uno o più giorni purché il prelievo fosse compensato nei successivi giorni del periodo di mantenimento.
A partire dal 1° gennaio 1999, con l’avvio della fase finale dell’UEM (v.), per le istituzioni creditizie operanti nell’area dell’euro (v.), l’obbligo di riserva si considera soddisfatto se la banca mantiene una riserva media giornaliera, calcolata nell’arco di un mese, almeno pari all’ammontare di riserva dovuto. È dunque possibile movimentare l’intera riserva purché a fine giornata il conto riserva/regolamento (il conto su cui la banca mantiene le proprie riserve pressa la Banca centrale) non presenti saldi negativi.
La possibilità di ricorrere alla mobilizzazione della riserva consente di stabilizzare i tassi sul mercato interbancario (v.).
Le banche, infatti, possono fronteggiare eventuali momentanee carenze di liquidità o ricorrendo alla Banca Centrale oppure rivolgendosi ad un altro istituto di credito sul cosiddetto mercato interbancario; in quest’ultimo caso, una banca con momentanee eccedenze di liquidità concede un prestito che in genere ha durata brevissima giungendo a compimento nel giro di un giorno e che per tale motivo si definisce overnight (v.).
Proprio per evitare di dover ricorrere a tali finanziamenti, le banche oltre alle riserve necessarie per soddisfare il vincolo obbligatorio detengono ulteriori disponibilità liquide (riserve libere o in eccesso). L’entità di questa riserva volontaria (v.) dipende essenzialmente dal costo-opportunità del loro mantenimento pari al rendimento derivante dal possibile impiego alternativo: le banche rinunciano infatti alla remunerazione che potrebbero ricavare impiegandole in depositi a brevissimo termine (come l’overnight la cui durata è limitata ad un giorno); pertanto, se il tasso overnight sale, aumenta il costo-opportunità delle riserve libere e ne diminuisce la domanda.
Con la mobilizzazione la distinzione fra le due tipologie di riserve non ha più alcun senso (ed infatti ora, a differenza di quanto avveniva in precedenza, esse confluiscono nell’unico conto di riserva/regolamento presso la Banca Centrale) poiché le banche possono far fronte agli imprevisti movimentando la riserva obbligatoria purché rispettino l’obbligo mensile. Con questo margine di manovra più ampio, le banche possono quindi fronteggiare senza eccessivi problemi eventuali shock (temporanei) di liquidità sul mercato monetario e non hanno più necessità di ricorrere all’overnight per rimediare ad eventuali errori di previsione. Questa maggiore libertà d’azione permessa dalla mobilizzazione comporta due vantaggi:
— la domanda di riserve da parte delle banche dipende essenzialmente dalla differenza fra tasso overnight atteso e tasso overnight attuale. Se il tasso atteso è maggiore di quello attuale conviene detenere più riserve: in questo modo, nei giorni successivi, la banca potrà minimizzare le sue riserve (ed i conseguenti costi-opportunità);
— l’influenza della BCE (v.) si esplica dapprima sui tassi interbancari e da qui si trasmette al resto del sistema economico. Se il mercato overnight è più stabile, la banca centrale può trasmettere i propri segnali di politica monetaria senza che questi subiscano le interferenze momentanee di un mercato eccessivamente volatile.