Lira
Lira
Unità monetaria di alcuni paesi tra cui l'Italia, Egitto e Turchia.
La lira italiana, come unità monetaria legale dello Stato italiano, è stata istituita nel 1862; essa trae, però, origine e denominazione dalle riforme monetarie di Carlo Magno (X sec. d.C.). Questi, dopo aver conservato per qualche tempo i sistemi monetari dei paesi conquistati, istituì il monometallismo argenteo e riconobbe al solo sovrano il diritto di battere moneta abolendo le numerose zecche che coniavano per proprio conto.
Il denaro d'argento divenne la moneta internazionale dell'Europa occidentale, ma per le operazioni di compravendita di ammontare elevato esso era di fatto soppiantato dalla lira di più rapido e facile calcolo e, quindi, utilizzata come moneta di conto.
Il sistema derivante dalla riforma carolingia (espresso dall'equivalenza una lira = 20 soldi = 240 denari) restò in vigore in vari Paesi dell'Europa Occidentale; a partire dal secolo XV la lira non fu più solo moneta di conto ma divenne moneta circolante in diversi Stati italiani e, successivamente, costituì moneta legale della Repubblica Cispadana creata da Napoleone.
Nel 1862, come detto, fu adottata come unità monetaria legale del Regno d'Italia ma, nel 1866, la grave situazione finanziaria italiana condusse a decretare l'inconvertibilità della lira e l'adozione del corso forzoso (v.). Solo diciassette anni dopo, nel 1883, con il miglioramento della finanza statale e della bilancia commerciale, dovuti in parte all'introduzione del corso forzoso, si poté ritornare alla convertibilità delle banconote italiane limitatamente però all'argento; ciò in quanto l'oro era detenuto come riserva dall'istituto di emissione.
Una tappa importante della storia della lira italiana è il 1926, anno in cui si decise la riorganizzazione del sistema bancario italiano designando la Banca d'Italia (v.) quale unico istituto di emissione. Nei mesi successivi dello stesso anno Mussolini annunciò il cosiddetto allineamento a quota 90 (v.). La stabilizzazione della lira non fu però realizzata sia per la depressione (v. Crisi economica) che caratterizzò quegli anni sia per il sistematico peggioramento del deficit pubblico, sia perché, nonostante la congiuntura lo sconsigliasse, Mussolini nel 1933 volle aderire al blocco-oro.
Dopo il secondo conflitto mondiale il problema che presentava la maggiore gravità era l'inflazione (v.). Prese corpo così la cosiddetta linea Einaudi, che consisteva in una serie di provvedimenti tesi alla riduzione dell'inflazione, tramite la manovra del tasso di sconto, e alla successiva stabilizzazione della lira.
Nel 1973 in seguito alla dichiarazione di inconvertibilità del dollaro, avvenuta nel 1971, l'Italia rese fluttuante la lira.
Nel 1979 l'Italia è entrata a far parte dello SME (v.). Con il passaggio alla terza fase dell'UEM (v.), la lira è destinata ad essere sostituita dall'euro (v.): dal 1° gennaio 2002 entreranno in circolazione le nuove banconote che, dal successivo 1° luglio, sostituiranno definitivamente le monete nazionali.
Unità monetaria di alcuni paesi tra cui l'Italia, Egitto e Turchia.
La lira italiana, come unità monetaria legale dello Stato italiano, è stata istituita nel 1862; essa trae, però, origine e denominazione dalle riforme monetarie di Carlo Magno (X sec. d.C.). Questi, dopo aver conservato per qualche tempo i sistemi monetari dei paesi conquistati, istituì il monometallismo argenteo e riconobbe al solo sovrano il diritto di battere moneta abolendo le numerose zecche che coniavano per proprio conto.
Il denaro d'argento divenne la moneta internazionale dell'Europa occidentale, ma per le operazioni di compravendita di ammontare elevato esso era di fatto soppiantato dalla lira di più rapido e facile calcolo e, quindi, utilizzata come moneta di conto.
Il sistema derivante dalla riforma carolingia (espresso dall'equivalenza una lira = 20 soldi = 240 denari) restò in vigore in vari Paesi dell'Europa Occidentale; a partire dal secolo XV la lira non fu più solo moneta di conto ma divenne moneta circolante in diversi Stati italiani e, successivamente, costituì moneta legale della Repubblica Cispadana creata da Napoleone.
Nel 1862, come detto, fu adottata come unità monetaria legale del Regno d'Italia ma, nel 1866, la grave situazione finanziaria italiana condusse a decretare l'inconvertibilità della lira e l'adozione del corso forzoso (v.). Solo diciassette anni dopo, nel 1883, con il miglioramento della finanza statale e della bilancia commerciale, dovuti in parte all'introduzione del corso forzoso, si poté ritornare alla convertibilità delle banconote italiane limitatamente però all'argento; ciò in quanto l'oro era detenuto come riserva dall'istituto di emissione.
Una tappa importante della storia della lira italiana è il 1926, anno in cui si decise la riorganizzazione del sistema bancario italiano designando la Banca d'Italia (v.) quale unico istituto di emissione. Nei mesi successivi dello stesso anno Mussolini annunciò il cosiddetto allineamento a quota 90 (v.). La stabilizzazione della lira non fu però realizzata sia per la depressione (v. Crisi economica) che caratterizzò quegli anni sia per il sistematico peggioramento del deficit pubblico, sia perché, nonostante la congiuntura lo sconsigliasse, Mussolini nel 1933 volle aderire al blocco-oro.
Dopo il secondo conflitto mondiale il problema che presentava la maggiore gravità era l'inflazione (v.). Prese corpo così la cosiddetta linea Einaudi, che consisteva in una serie di provvedimenti tesi alla riduzione dell'inflazione, tramite la manovra del tasso di sconto, e alla successiva stabilizzazione della lira.
Nel 1973 in seguito alla dichiarazione di inconvertibilità del dollaro, avvenuta nel 1971, l'Italia rese fluttuante la lira.
Nel 1979 l'Italia è entrata a far parte dello SME (v.). Con il passaggio alla terza fase dell'UEM (v.), la lira è destinata ad essere sostituita dall'euro (v.): dal 1° gennaio 2002 entreranno in circolazione le nuove banconote che, dal successivo 1° luglio, sostituiranno definitivamente le monete nazionali.