Inflazione da domanda
Inflazione da domanda
Inflazione (v.) originata da un eccesso della domanda di beni e servizi in rapporto alla loro offerta.
Sia i monetaristi (v.) che Keynes (v.) spiegano essenzialmente gli episodi inflazionistici come generati da un eccesso di domanda. La teoria quantitativa della moneta (v.), infatti, dà un'interpretazione causale dell'equazione degli scambi. Quest'ultima afferma che il valore dei beni scambiati in un certo periodo (dato dalla loro quantità Q moltiplicata per il loro prezzo P) è uguale alla quantità di moneta M moltiplicata per la sua velocità di circolazione V. Poiché quest'ultima è sostanzialmente costante e poiché il volume del prodotto nazionale è, nel lungo periodo, indipendente dalla quantità di moneta (dicotomia neoclassica), un incremento di M si ripercuoterà su tutti i prezzi in modo proporzionale, senza alterare le ragioni di scambio relative.
Ma l'analisi teorica più efficace di un'inflazione causata da un eccesso di domanda è sicuramente contenuta nel saggio Come pagare il costo della guerra pubblicato da Keynes nel 1940. Secondo la definizione dell'economista inglese, l'inflazione da domanda si verifica quando la domanda globale supera le capacità produttive del sistema, cioè in condizioni di piena occupazione delle risorse disponibili.
In questo caso è fisicamente impossibile produrre più di quello che la capacità produttiva del sistema consente. Si determina, cioè, uno scarto inflazionistico (inflationary gap) fra domanda potenziale ed offerta reale, cosicché la crescita della domanda si tramuta semplicemente in crescita monetaria dell'offerta o del prodotto, vale a dire in un aumento dei prezzi che colma ex post tale divario. È il caso tipico dei periodi bellici o post-bellici, quando l'intera produzione di una nazione è indirizzata agli armamenti ed alle necessità della guerra più che all'offerta di merci di normale impiego e quando il richiamo alle armi porta ad una situazione di piena occupazione.
Inflazione (v.) originata da un eccesso della domanda di beni e servizi in rapporto alla loro offerta.
Sia i monetaristi (v.) che Keynes (v.) spiegano essenzialmente gli episodi inflazionistici come generati da un eccesso di domanda. La teoria quantitativa della moneta (v.), infatti, dà un'interpretazione causale dell'equazione degli scambi. Quest'ultima afferma che il valore dei beni scambiati in un certo periodo (dato dalla loro quantità Q moltiplicata per il loro prezzo P) è uguale alla quantità di moneta M moltiplicata per la sua velocità di circolazione V. Poiché quest'ultima è sostanzialmente costante e poiché il volume del prodotto nazionale è, nel lungo periodo, indipendente dalla quantità di moneta (dicotomia neoclassica), un incremento di M si ripercuoterà su tutti i prezzi in modo proporzionale, senza alterare le ragioni di scambio relative.
Ma l'analisi teorica più efficace di un'inflazione causata da un eccesso di domanda è sicuramente contenuta nel saggio Come pagare il costo della guerra pubblicato da Keynes nel 1940. Secondo la definizione dell'economista inglese, l'inflazione da domanda si verifica quando la domanda globale supera le capacità produttive del sistema, cioè in condizioni di piena occupazione delle risorse disponibili.
In questo caso è fisicamente impossibile produrre più di quello che la capacità produttiva del sistema consente. Si determina, cioè, uno scarto inflazionistico (inflationary gap) fra domanda potenziale ed offerta reale, cosicché la crescita della domanda si tramuta semplicemente in crescita monetaria dell'offerta o del prodotto, vale a dire in un aumento dei prezzi che colma ex post tale divario. È il caso tipico dei periodi bellici o post-bellici, quando l'intera produzione di una nazione è indirizzata agli armamenti ed alle necessità della guerra più che all'offerta di merci di normale impiego e quando il richiamo alle armi porta ad una situazione di piena occupazione.