Incidenza dell'imposta in monopolio

Incidenza dell'imposta in monopolio

L'introduzione di un'imposta su un bene prodotto in regime di monopolio (v.) o, in un'altra forma di mercato, può essere interpretata come un aumento del costo medio (v.) e del costo marginale (v.) o come una diminuzione del ricavo medio.
Ricordando che un'impresa monopolistica è in equilibrio nel punto in cui il costo marginale è uguale al ricavo marginale, l'introduzione di un'imposta:
specifica sposta verso l'alto la curva dei costi marginali di un ammontare pari all'imposta stessa. Si determina così un nuovo punto di equilibrio in corrispondenza del quale una quantità minore sarà venduta ad un prezzo superiore. Anche in monopolio, così come in concorrenza, l'imposta incide sul consumatore attraverso un aumento del prezzo di vendita del bene tassato. Tuttavia in monopolio la riduzione della quantità offerta è inferiore a quella in concorrenza perfetta. Tale conclusione è spiegabile tenendo conto che nella forma di mercato in esame l'impresa massimizza i profitti facendo riferimento alla curva del ricavo marginale che ha una pendenza doppia rispetto al ricavo medio a cui invece fa riferimento l'impresa in concorrenza perfetta.
Nel caso in esame quindi la traslazione dell'imposta (v.) non è completa ma è pari alla metà dell'imposta;
di ammontare fisso: che è stabilita in un determinato importo, e che non varia al variare del profitto o della quantità venduta. Per traslare l'imposta l'imprenditore dovrebbe aumentare il prezzo di vendita, con la conseguente diminuzione della quantità venduta, ma ciò comporterebbe una diminuzione del profitto. Quindi l'imposta di ammontare fisso non può essere traslata;
proporzionale alla quantità prodotta e venduta: in tal caso l'imposta cresce con l'aumentare della quantità, il monopolista può avere convenienza a ridurre la quantità in modo da diminuire l'imposta da pagare. Dato che ciò può consentire un aumento del prezzo di vendita, l'imposta proporzionale alla quantità può essere trasferita;
proporzionale al profitto: l'imposta è commisurata ai profitti (ad esempio, il 30% dei profitti annuali), il monopolista non ha convenienza ad aumentare il prezzo, allontanandosi dal punto di Cournot. Gli conviene, invece, pagare l'imposta sul massimo profitto che può realizzare, rinunciando a trasferirla;
progressiva rispetto al profitto: in questo caso l'imposta aumenta in misura più che proporzionale rispetto al profitto, e quindi il monopolista può avere interesse a ridurre la quantità venduta, aumentato il prezzo di mercato. Ciò significa che l'imposta progressiva sul profitto può essere trasferita.


Incidenza dell'imposta in monopolio

Le figure di seguito riportate rappresentano l'incidenza di diversi tipi di imposta in regime di monopolio.

Imposta di ammontare fisso


La fig. a) rappresenta i costi e i ricavi totali dell'impresa monopolistica. La linea dei costi totali C1 si sposta verso l'alto per effetto dell'introduzione di una imposta di ammontare fisso, e quindi C2 rappresenta la linea dei costi comprensivi dell'imposta.
Prima dell'introduzione dell'imposta l'impresa massimizzava il profitto in corrispondenza della quantità OQ (essendo in quel punto massima la differenza fra il ricavo totale SQ e il costo totale RQ), con un profitto totale pari a SR.
Una volta introdotta l'imposta, l'impresa può traslarla solo aumentando il prezzo di vendita del prodotto, cui farebbe seguito la diminuzione della quantità venduta. Ma si vede chiaramente dal grafico che uno spostamento a sinistra del punto Q provoca una diminuzione del segmento ST, che rappresenta il profitto del monopolista dopo l'introduzione dell'imposta. Ne deriva che al monopolista non conviene spostarsi dal punto di Cournot (punto S), perché ogni spostamento provoca una diminuzione dei profitti. Dunque, al monopolista conviene pagare l'imposta TR, che pertanto non può essere traslata.

Imposta proporzionale alla quantità prodotta


La fig. b) rappresenta i costi e i ricavi totali dell'impresa monopolistica nel caso di una imposta proporzionale alla quantità prodotta; la linea C1 è relativa ai costi totali prima dell'imposta, la linea C2 rappresenta i costi totali dopo l'imposta.
Prima dell'introduzione dell'imposta il monopolista massimizza i profitti se produce la quantità OQ (punto di Cournot). Una volta introdotta l'imposta proporzionale alla quantità prodotta, la nuova curva dei costi sarà C2. Il monopolista potrà aver interesse a diminuire la quantità prodotta e produrre OK, se questo gli assicura un profitto maggiore della quantità OQ. Tale possibilità è legata all'andamento delle curve dei costi e dei ricavi totali. Nel grafico si vede, ad esempio, che il segmento ZV è maggiore del segmento ST, e quindi i profitti relativi alla quantità OK sono maggiori di quelli relativi alla quantità OQ. Poiché all'imprenditore conviene ridurre la quantità prodotta, l'imposta può essere traslata attraverso l'aumento del prezzo di vendita.

Imposta proporzionale al profitto

La fig. c) evidenzia l'andamento della linea dei costi dopo l'introduzione di un'imposta proporzionale al profitto; la nuova linea dei costi coincide con la linea dei costi precedenti l'introduzione nella zona esterna all'area dei profitti (in quanto l'imposta sarà nulla se non si realizzano profitti) e avrà l'andamento tratteggiato nella zona in cui l'impresa consegue profitti.
Dato che l'imposta è proporzionale ai profitti, all'imprenditore conviene non spostarsi dal punto di Cournot, in quanto è per lui preferibile pagare in imposta la stessa percentuale sul profitto più elevato: infatti, se aumentasse il prezzo di vendita (allo scopo di trasferire l'imposta), si ridurrebbe la quantità venduta e il profitto sarebbe minore. Poiché all'imprenditore non conviene ridurre la quantità venduta, l'imposta proporzionale al profitto non può essere traslata.

Imposta progressiva rispetto al profitto


In questo caso l'imposta cresce in misura più che proporzionale all'aumentare del profitto, come è evidenziato nella fig. d). L'imprenditore potrebbe avere convenienza a ridurre la quantità prodotta per aumentare il suo profitto e trasferire così l'imposta attraverso un aumento del prezzo di vendita.
Se infatti riducesse la quantità prodotta da OQ a OK, l'imprenditore potrebbe conseguire un profitto maggiore (nel grafico VZ, maggiore di ST). L'imposta progressiva rispetto al profitto può quindi essere traslata.