Imposta sul reddito come consumo
Imposta sul reddito come consumo
Imposta applicata all'insieme di beni e servizi effettivamente consumati dagli individui. La formulazione originaria del concetto di reddito come consumo si deve ad Hobbes, il quale affermava che oggetto della tassazione non doveva essere quanto prodotto dai singoli ma ciò che essi consumavano delle risorse collettive. Il concetto è stato successivamente ripreso e sviluppato, in particolar modo da I. Fisher (v.).
Quest'ultmo riteneva che il reddito su cui applicare l'imposta fosse il consumo o la spesa effettuata per sostenerlo. Alla determinazione della base imponibile era possibile giungere attraverso la somma algebrica fra la ricchezza finale e la ricchezza iniziale degli individui, escludendo però il risparmio netto. Secondo Fisher, infatti, il risparmio non costituisce reddito ma solo incremento di capitale; inoltre, sottoponendo il risparmio all'imposta, si determinerebbe una doppia imposizione: la prima nel momento in cui viene incassato, una seconda sugli interessi che esso frutta.
Altri, invece, ritengono che la tassazione del reddito come consumo oltre ad incentivare il risparmio genererebbe una maggiore stabilità del reddito nazionale rispetto alla tassazione del reddito come entrata (v. Imposta sul reddito come entrata) e del reddito come prodotto (v. Imposta sul reddito come prodotto). Il consumo, infatti, varia al variare del reddito rispetto al risparmio in misura maggiore per cui l'imposta sul consumo può stabilizzare il reddito attraverso una più accentuata contrazione della domanda nei periodi di espansione, e viceversa nei periodi di depressione.
I maggiori problemi che può generare un'imposta sul consumo sono di natura amministrativa e di natura perequativa.
Le difficoltà amministrative nascono dalla circostanza di determinare con precisione quali atti dei soggetti costituiscano spese in consumi.
I problemi di natura perequativa nascono, invece, dalla considerazione che il tipo di imposta in esame favorisce le classi sociali con redditi più elevati. La propensione al consumo (v.), infatti, diminuisce al crescere del reddito per cui le classi più abbienti sarebbero colpite in misura minore dall'imposta.
Solo alcuni paesi, tra i quali Ghana e India, hanno sperimentato un'imposta di questo tipo.
Imposta applicata all'insieme di beni e servizi effettivamente consumati dagli individui. La formulazione originaria del concetto di reddito come consumo si deve ad Hobbes, il quale affermava che oggetto della tassazione non doveva essere quanto prodotto dai singoli ma ciò che essi consumavano delle risorse collettive. Il concetto è stato successivamente ripreso e sviluppato, in particolar modo da I. Fisher (v.).
Quest'ultmo riteneva che il reddito su cui applicare l'imposta fosse il consumo o la spesa effettuata per sostenerlo. Alla determinazione della base imponibile era possibile giungere attraverso la somma algebrica fra la ricchezza finale e la ricchezza iniziale degli individui, escludendo però il risparmio netto. Secondo Fisher, infatti, il risparmio non costituisce reddito ma solo incremento di capitale; inoltre, sottoponendo il risparmio all'imposta, si determinerebbe una doppia imposizione: la prima nel momento in cui viene incassato, una seconda sugli interessi che esso frutta.
Altri, invece, ritengono che la tassazione del reddito come consumo oltre ad incentivare il risparmio genererebbe una maggiore stabilità del reddito nazionale rispetto alla tassazione del reddito come entrata (v. Imposta sul reddito come entrata) e del reddito come prodotto (v. Imposta sul reddito come prodotto). Il consumo, infatti, varia al variare del reddito rispetto al risparmio in misura maggiore per cui l'imposta sul consumo può stabilizzare il reddito attraverso una più accentuata contrazione della domanda nei periodi di espansione, e viceversa nei periodi di depressione.
I maggiori problemi che può generare un'imposta sul consumo sono di natura amministrativa e di natura perequativa.
Le difficoltà amministrative nascono dalla circostanza di determinare con precisione quali atti dei soggetti costituiscano spese in consumi.
I problemi di natura perequativa nascono, invece, dalla considerazione che il tipo di imposta in esame favorisce le classi sociali con redditi più elevati. La propensione al consumo (v.), infatti, diminuisce al crescere del reddito per cui le classi più abbienti sarebbero colpite in misura minore dall'imposta.
Solo alcuni paesi, tra i quali Ghana e India, hanno sperimentato un'imposta di questo tipo.