Giurisdizioni locali
Giurisdizioni locali
In economia pubblica (v.), aree geografiche definite, dotate di un organo di governo eletto direttamente e responsabile di funzioni stabilite da una giurisdizione superiore, o tramite patto costituzionale.
Le giurisdizioni locali sono da sempre state oggetto di studi e dibattiti, attraverso i quali si è tentato di stabilire quali siano i vantaggi che esse possono offrire al settore pubblico, quali metodi debbano usarsi per il loro finanziamento ed infine quale sia la loro dimensione ottima.
Per ciò che riguarda i vantaggi che possono scaturire dal decentramento amministrativo già John Stuart Mill (v.) sposò la tesi di quanti sostenevano, che esso poteva sanare i limiti della capacità amministrativa di un governo centrale, e quindi migliorarne l'efficienza. D'altra parte, tale idea, ha trovato autorevole conferma in numerosi studi teorici ed empirici, fra cui il più famoso, probabilmente, è il teorema della decentralizzazione (v.) formulato da Oates.
Quanto ai metodi di finanziamento delle giurisdizioni (Comuni, Regioni ed altri enti locali) i principali sono:
— separazione o autonomia delle fonti; in questo caso l'ente può stabilire le fonti di finanziamento entro certi limiti, i quali sono fissati uniformemente per tutte le giurisdizioni. Gli strumenti di imposizione sono quelli che gravano sulla proprietà fondiaria ed edilizia. Le giustificazioni all'uso di tali strumenti hanno carattere amministrativo in quanto, ad esempio, è possibile nel caso di un'imposta sui fabbricati, stabilita a livello locale, individuare immediatamente l'area in cui l'immobile è ubicato; inoltre, data l'esistenza di mobilità del lavoro e del capitale fra i vari enti locali, qualsiasi tipo di imposta nel lungo periodo incide sulla proprietà fondiaria, si verifica cioè il principio dell'ammortamento dell'imposta (v.);
— sovraimposizione sulle imposte del governo centrale, che consiste nell'applicazione di aliquote proprie in aggiunta a quelle fissate dal governo centrale;
— partecipazione al gettito delle imposte del governo centrale, che può aversi, sia attraverso il gettito prelevato dal proprio territorio, sia in base a particolari parametri, quali ad esempio la popolazione, o indici del fabbisogno;
— sussidi da parte del governo centrale.
In Italia si è fatto ricorso ad un mix di tutte le forme di finanziamento sopra citate. Nell'ultimo decennio, comunque, si è verificata una progressiva diminuzione dei trasferimenti statali ed una concomitante maggiore incidenza delle entrate tributarie delle giurisdizioni locali (v. Finanza comunale e provinciale; Finanza regionale).
Infine, per ciò che attiene la dimensione ottimale, essa costituisce l'argomento centrale della teoria dei club che, partendo dall'analisi della produzione dei cosiddetti club goods (v.) suggerisce uno schema per la determinazione dell'ottima grandezza dell'ente locale. Analogo problema è affrontato da Tiebout (v. Modello di Tiebout) nel suo modello con mobilità di popolazione.
In economia pubblica (v.), aree geografiche definite, dotate di un organo di governo eletto direttamente e responsabile di funzioni stabilite da una giurisdizione superiore, o tramite patto costituzionale.
Le giurisdizioni locali sono da sempre state oggetto di studi e dibattiti, attraverso i quali si è tentato di stabilire quali siano i vantaggi che esse possono offrire al settore pubblico, quali metodi debbano usarsi per il loro finanziamento ed infine quale sia la loro dimensione ottima.
Per ciò che riguarda i vantaggi che possono scaturire dal decentramento amministrativo già John Stuart Mill (v.) sposò la tesi di quanti sostenevano, che esso poteva sanare i limiti della capacità amministrativa di un governo centrale, e quindi migliorarne l'efficienza. D'altra parte, tale idea, ha trovato autorevole conferma in numerosi studi teorici ed empirici, fra cui il più famoso, probabilmente, è il teorema della decentralizzazione (v.) formulato da Oates.
Quanto ai metodi di finanziamento delle giurisdizioni (Comuni, Regioni ed altri enti locali) i principali sono:
— separazione o autonomia delle fonti; in questo caso l'ente può stabilire le fonti di finanziamento entro certi limiti, i quali sono fissati uniformemente per tutte le giurisdizioni. Gli strumenti di imposizione sono quelli che gravano sulla proprietà fondiaria ed edilizia. Le giustificazioni all'uso di tali strumenti hanno carattere amministrativo in quanto, ad esempio, è possibile nel caso di un'imposta sui fabbricati, stabilita a livello locale, individuare immediatamente l'area in cui l'immobile è ubicato; inoltre, data l'esistenza di mobilità del lavoro e del capitale fra i vari enti locali, qualsiasi tipo di imposta nel lungo periodo incide sulla proprietà fondiaria, si verifica cioè il principio dell'ammortamento dell'imposta (v.);
— sovraimposizione sulle imposte del governo centrale, che consiste nell'applicazione di aliquote proprie in aggiunta a quelle fissate dal governo centrale;
— partecipazione al gettito delle imposte del governo centrale, che può aversi, sia attraverso il gettito prelevato dal proprio territorio, sia in base a particolari parametri, quali ad esempio la popolazione, o indici del fabbisogno;
— sussidi da parte del governo centrale.
In Italia si è fatto ricorso ad un mix di tutte le forme di finanziamento sopra citate. Nell'ultimo decennio, comunque, si è verificata una progressiva diminuzione dei trasferimenti statali ed una concomitante maggiore incidenza delle entrate tributarie delle giurisdizioni locali (v. Finanza comunale e provinciale; Finanza regionale).
Infine, per ciò che attiene la dimensione ottimale, essa costituisce l'argomento centrale della teoria dei club che, partendo dall'analisi della produzione dei cosiddetti club goods (v.) suggerisce uno schema per la determinazione dell'ottima grandezza dell'ente locale. Analogo problema è affrontato da Tiebout (v. Modello di Tiebout) nel suo modello con mobilità di popolazione.