Giovedì nero
Giovedì nero
Giorno, per l'esattezza il 24 ottobre del 1929, passato alla storia e così definito per il crollo della borsa di Wall street (v.) determinato da un'improvvisa vendita dei titoli azionari.
L'intervento delle banche di New York, che acquistarono i titoli in vendita allo scopo di scongiurare il crollo, non riuscì ad evitare che il successivo 29 ottobre, quando il volume degli scambi raggiunse la cifra record di 12 milioni di azioni, mentre il valore dei titoli scendeva vertiginosamente, fosse ricordato come il martedì nero.
Con il crollo di Wall Street si innescava una crisi che avrebbe valicato i confini degli Stati Uniti, determinando per l'economia mondiale una fase di profonda recessione.
Il crack borsistico, negli Stati Uniti, aggravò enormemente le difficoltà del sistema industriale, paralizzando investimenti, produzione, profitti. Le conseguenze più evidenti furono il ribasso dei prezzi e il dilagare della disoccupazione (v.). La recessione statunitense fu aggravata dalla crisi del settore agricolo, determinata dal costante ribasso dei prezzi di prodotti agricoli quali il frumento, il cotone, i cereali.
La disoccupazione e la caduta dei redditi agricoli causarono una ulteriore contrazione dei consumi, deprimendo ancora di più l'economia.
Le conseguenze sociali della crisi furono enormi: moltissimi risparmiatori furono gettati sul lastrico e le fortune accumulate dagli speculatori, in molti casi, si polverizzarono rapidamente. A causa della recessione, molte persone rimasero senza lavoro: i disoccupati che nel 1929 erano poco più di un milione e mezzo, arrivarono a 13 milioni nel 1933. Per sfuggire alla disoccupazione, moltissimi lavoratori accettarono forti riduzioni salariali. Il proletariato e i ceti medi, ma soprattutto la popolazione agricola furono fortemente colpiti dalla crisi. Le gravi tensioni sociali conseguenti al 1929 portarono nel 1932 alla sconfitta del partito repubblicano, a causa della evidente incapacità dell'amministrazione Hoover di fronteggiare la crisi. L'elezione del democratico F.D. Roosevelt inaugurò una nuova era per l'economia statunitense.
Giorno, per l'esattezza il 24 ottobre del 1929, passato alla storia e così definito per il crollo della borsa di Wall street (v.) determinato da un'improvvisa vendita dei titoli azionari.
L'intervento delle banche di New York, che acquistarono i titoli in vendita allo scopo di scongiurare il crollo, non riuscì ad evitare che il successivo 29 ottobre, quando il volume degli scambi raggiunse la cifra record di 12 milioni di azioni, mentre il valore dei titoli scendeva vertiginosamente, fosse ricordato come il martedì nero.
Con il crollo di Wall Street si innescava una crisi che avrebbe valicato i confini degli Stati Uniti, determinando per l'economia mondiale una fase di profonda recessione.
Il crack borsistico, negli Stati Uniti, aggravò enormemente le difficoltà del sistema industriale, paralizzando investimenti, produzione, profitti. Le conseguenze più evidenti furono il ribasso dei prezzi e il dilagare della disoccupazione (v.). La recessione statunitense fu aggravata dalla crisi del settore agricolo, determinata dal costante ribasso dei prezzi di prodotti agricoli quali il frumento, il cotone, i cereali.
La disoccupazione e la caduta dei redditi agricoli causarono una ulteriore contrazione dei consumi, deprimendo ancora di più l'economia.
Le conseguenze sociali della crisi furono enormi: moltissimi risparmiatori furono gettati sul lastrico e le fortune accumulate dagli speculatori, in molti casi, si polverizzarono rapidamente. A causa della recessione, molte persone rimasero senza lavoro: i disoccupati che nel 1929 erano poco più di un milione e mezzo, arrivarono a 13 milioni nel 1933. Per sfuggire alla disoccupazione, moltissimi lavoratori accettarono forti riduzioni salariali. Il proletariato e i ceti medi, ma soprattutto la popolazione agricola furono fortemente colpiti dalla crisi. Le gravi tensioni sociali conseguenti al 1929 portarono nel 1932 alla sconfitta del partito repubblicano, a causa della evidente incapacità dell'amministrazione Hoover di fronteggiare la crisi. L'elezione del democratico F.D. Roosevelt inaugurò una nuova era per l'economia statunitense.