Finanza internazionale

Finanza internazionale

È il complesso di transazioni monetarie che avvengono a livello internazionale tra operatori privati o pubblici come contropartita per lo scambio di beni e servizi o per altre operazioni (trasferimento di fondi all'estero, speculazioni finanziarie ecc.).
Le difficoltà di operare in un mercato finanziario (v.) internazionale sono essenzialmente dovute all'esistenza di diverse monete nazionali; per poter operare delle transazioni internazionali è quindi necessario ricondurre il valore di una moneta in quello di un'altra, con tutti i rischi che questo meccanismo comporta a causa dell'instabilità dei tassi di cambio (v.). I flussi di pagamento a debito e a credito incidono profondamente anche sulla bilancia dei pagamenti (v.) in quanto se quest'ultima risulta essere in persistente deficit, sarà necessario adottare una qualche forma di riallineamento tra le monete sia attraverso svalutazioni monetarie (v.) imposte dai governi nazionali che attraverso libere fluttuazioni sul mercato dei cambi.
Poiché i mezzi di pagamento internazionali generalmente accettati sono l'oro (v.), le divise (v.) o monete nazionali particolarmente stabili, è difficilmente ipotizzabile che una nazione permetta un deflusso di queste scorte valutarie senza provvedere ad una qualche forma di riallineamento. In regime di gold standard (v.), tale meccanismo era automatico, non necessitava cioè di interventi da parte delle autorità monetarie nazionali. In seguito agli accordi di Bretton Woods (v.), pur instaurandosi un regime di cambi fissi, la stabilità monetaria internazionale era legata all'andamento della moneta statunitense. Il ruolo chiave assunto dal dollaro nel contesto del sistema monetario internazionale (che sostituiva in tale funzione la sterlina) assicurò un periodo di prolungata stabilizzazione politica ed economica degli Stati Uniti.
Le difficoltà riscontrate nel sistema monetario internazionale nei primi anni '70 condussero, però, inevitabilmente all'abbandono del gold exchange standard (v.) e ad un regime di sostanziale libera fluttuazione delle monete nazionali. Soltanto nel 1979, con l'istituzione dello SME (v.), i paesi europei membri della Comunità Europea (v. CE) avviarono un processo tendente ad evitare eccessive oscillazioni tra le rispettive monete. L'adozione di tale sistema si rese necessario anche come strumento indispensabile per una reale apertura dei mercati nazionali degli stati membri; oscillazioni troppo marcate nei tassi di cambio tra le monete avrebbero sicuramente creato spostamenti di capitali con conseguente instabilità economica e finanziaria.
I recenti sviluppi del sistema monetario internazionale hanno evidenziato una leggera flessione del dollaro come moneta chiave dell'assetto monetario e finanziario internazionale, nonostante l'affermarsi del mercato parallelo dell'eurodollaro (v.), ed una sempre più importante presenza di monete di altri Stati quali lo yen giapponese e l'euro (v.).