Finanza comunale e provinciale

Finanza comunale e provinciale

Attività finanziaria posta in essere dagli enti locali territoriali e finalizzata al soddisfacimento degli interessi generali della collettività attraverso la raccolta ed il successivo impiego di mezzi e risorse.
In Italia, fra i tre sistemi generali di entrata degli enti locali (imposte locali, debito o trasferimenti erariali) il Testo unico della finanza locale (il R.D. n. 1175 del 1931) privilegiava sicuramente quest'ultimo, anche se era riconosciuta ai Comuni una limitata capacità impositiva.
La riforma tributaria, avviata con la legge delega 825/71, oltre ad eliminare quasi tutti i tributi delineati nel Testo unico sulla finanza locale, si ispirò al criterio di accentrare nelle mani di un unico ente impositore (lo Stato) l'intero prelievo fiscale. Quest'ultimo avrebbe poi, in un secondo momento, ridistribuito il gettito raccolto tra le varie componenti dello Stato stesso ed in primo luogo tra gli enti locali data la loro «autonomia» riconosciuta dal dettato costituzionale.
In conseguenza della predetta riforma gli enti locali si trovarono a reperire le risorse necessarie all'espletamento delle loro funzioni in massima parte da trasferimenti operati dall'Erario, risultando estremamente esigue le entrate proprie.
Il sistema divenne, però, ben presto insostenibile per lo Stato, chiamato sempre più spesso a ripianare con proprie risorse i disavanzi degli enti locali. Un primo tentativo di riordino, nel 1978, aveva aumentato le sperequazioni e soprattutto, essendo basato sul pié di lista (ovvero sull'erogazione di contributi in base alle necessità documentate dagli enti locali), aveva aggravato le spese a carico dello Stato.
Nel corso degli anni Novanta diversi provvedimenti hanno aumentato il grado di autonomia finanziaria degli enti locali, sia incrementando il gettito proveniente dai tributi locali (v.), sia prevedendo il ricorso all'emissione di prestiti obbligazionari.
Per quanto, invece, riguarda il trasferimento di fondi dallo Stato, una serie di norme (D.Lgs. 244/97, L. 133/99) ha rivisto il sistema prevedendo che i contributi erariali garantiscano i servizi locali maggiormente diffusi ed ha correlato le eventuali maggiori assegnazioni annuali allo sforzo fiscale compiuto dagli enti locali.
Le somme stanziate annualmente in questi fondi vengono ripartite sulla base di indici sociali, economici e demografici.