Emissione del debito pubblico
Emissione del debito pubblico
Procedura con la quale lo Stato offre sul mercato titoli del debito pubblico (v.), a breve, medio e lungo termine.
I titoli del debito pubblico possono essere collocati sul mercato secondo diverse modalità di emissione. In relazione a tale aspetto possiamo distinguere:
— emissione diretta: che può avvenire per pubblica sottoscrizione o mediante offerta dei titoli dello Stato in borsa;
— emissione indiretta: quando lo Stato si avvale delle banche che garantiscono l'emissione ad un dato prezzo, prendendo a loro carico il rischio del collocamento del prestito sul mercato;
— emissione mista: quando lo Stato offre direttamente ai sottoscrittori il prestito tramite le banche, le quali si impegnano poi a sottoscrivere in proprio i titoli che non abbiano trovato collocazione presso il pubblico.
Per quanto riguarda le tecniche di emissione queste si distinguono in varie categorie. Può accadere infatti che:
— lo Stato stabilisce la quantità offerta, lasciando al mercato la fissazione del prestito.
Appartiene a tale gruppo il collocamento dei titoli mediante asta, che può svolgersi secondo varie modalità:
a) asta competitiva (v.);
b) asta marginale (v.).
— lo Stato fissa il prezzo di offerta, lasciando al mercato la libertà di determinare la quantità collocata. Con tale sistema, definito a rubinetto, l'autorità monetaria è disposta a vendere l'intera quantità di titoli chiesta dal mercato ad un dato prezzo. Esso consente allo Stato di mantenere il controllo sui tassi d'interesse;
— lo Stato controlla quantità e prezzo. Con tale sistema di vendita, definito a trattativa privata, l'autorità monetaria tratta con singoli importanti operatori (di solito investitori istituzionali).
Va ricordato infine che i titoli del debito pubblico possono essere emessi:
— alla pari, col valore nominale del titolo;
— sotto la pari, cioè lo Stato incassa per ogni titolo, ad esempio, 80 lire, e si obbliga a rimborsare (ove intenda liberarsi del pagamento della rendita, ad esempio, di lire 4 per titolo) il valore nominale 100. In tale ultimo caso lo Stato corrisponde una rendita effettiva del 5% senza contare il premio di rimborso.
In ogni caso la scelta fra le due diverse tecniche risponderà sempre a due diverse esigenze:
— assicurare l'efficienza del mercato finanziario, e dunque che i rendimenti delle emissioni siano allineati a quelli di mercato;
— assicurare il pieno collocamento dei titoli emessi con il minimo onere per il Tesoro.
In Italia l'emissione del debito pubblico si avvale di due mercati:
— sul mercato primario dei titoli di Stato (v. MTS), le emissioni avvengono, sulla base di un calendario reso noto dal Ministero del Tesoro, mediante asta competitiva per i BOT (v.) e mediante asta marginale per le altre tipologie di titoli;
— sul mercato secondario (v. MOT) vengono invece contrattati i titoli già emessi; nonostante il nome, è questo il mercato più importante poiché i prezzi che lì si formano guidano i comportamenti degli operatori del mercato primario.
Procedura con la quale lo Stato offre sul mercato titoli del debito pubblico (v.), a breve, medio e lungo termine.
I titoli del debito pubblico possono essere collocati sul mercato secondo diverse modalità di emissione. In relazione a tale aspetto possiamo distinguere:
— emissione diretta: che può avvenire per pubblica sottoscrizione o mediante offerta dei titoli dello Stato in borsa;
— emissione indiretta: quando lo Stato si avvale delle banche che garantiscono l'emissione ad un dato prezzo, prendendo a loro carico il rischio del collocamento del prestito sul mercato;
— emissione mista: quando lo Stato offre direttamente ai sottoscrittori il prestito tramite le banche, le quali si impegnano poi a sottoscrivere in proprio i titoli che non abbiano trovato collocazione presso il pubblico.
Per quanto riguarda le tecniche di emissione queste si distinguono in varie categorie. Può accadere infatti che:
— lo Stato stabilisce la quantità offerta, lasciando al mercato la fissazione del prestito.
Appartiene a tale gruppo il collocamento dei titoli mediante asta, che può svolgersi secondo varie modalità:
a) asta competitiva (v.);
b) asta marginale (v.).
— lo Stato fissa il prezzo di offerta, lasciando al mercato la libertà di determinare la quantità collocata. Con tale sistema, definito a rubinetto, l'autorità monetaria è disposta a vendere l'intera quantità di titoli chiesta dal mercato ad un dato prezzo. Esso consente allo Stato di mantenere il controllo sui tassi d'interesse;
— lo Stato controlla quantità e prezzo. Con tale sistema di vendita, definito a trattativa privata, l'autorità monetaria tratta con singoli importanti operatori (di solito investitori istituzionali).
Va ricordato infine che i titoli del debito pubblico possono essere emessi:
— alla pari, col valore nominale del titolo;
— sotto la pari, cioè lo Stato incassa per ogni titolo, ad esempio, 80 lire, e si obbliga a rimborsare (ove intenda liberarsi del pagamento della rendita, ad esempio, di lire 4 per titolo) il valore nominale 100. In tale ultimo caso lo Stato corrisponde una rendita effettiva del 5% senza contare il premio di rimborso.
In ogni caso la scelta fra le due diverse tecniche risponderà sempre a due diverse esigenze:
— assicurare l'efficienza del mercato finanziario, e dunque che i rendimenti delle emissioni siano allineati a quelli di mercato;
— assicurare il pieno collocamento dei titoli emessi con il minimo onere per il Tesoro.
In Italia l'emissione del debito pubblico si avvale di due mercati:
— sul mercato primario dei titoli di Stato (v. MTS), le emissioni avvengono, sulla base di un calendario reso noto dal Ministero del Tesoro, mediante asta competitiva per i BOT (v.) e mediante asta marginale per le altre tipologie di titoli;
— sul mercato secondario (v. MOT) vengono invece contrattati i titoli già emessi; nonostante il nome, è questo il mercato più importante poiché i prezzi che lì si formano guidano i comportamenti degli operatori del mercato primario.