Curva di trasformazione
Curva di trasformazione
Curva, detta anche della produzione possibile, utilizzata dai neoclassici (v.) per la soluzione dei problemi relativi all'individuazione della quantità di beni da produrre che massimizza il profitto di un'impresa nell'ipotesi che siano fissi il volume delle risorse disponibili e le tecniche utilizzate. La curva di trasformazione, nell'ipotesi di due soli beni prodotti, può così rappresentarsi:
Vedi grafico.
Detti X e Y i due beni, osserviamo che ogni punto della curva individua una possibile combinazione di quantità da produrre dei due beni col pieno impiego delle risorse. In altri termini, la curva indica la possibilità di trasformare il bene X nel bene Y, e viceversa, trasferendo l'utilizzo delle risorse disponibili da una produzione all'altra.
È chiaro che se tutte le risorse fossero utilizzate nelle produzione del bene X si otterrebbe la quantità massima producibile X0 nel grafico e nessuna quantità del bene Y, mentre, se tutte le risorse fossero utilizzate nella produzione del bene Y, si otterrebbe la quantità massima producibile Y0 nel grafico.
Qualsiasi punto all'interno della curva di trasformazione (ad es. il punto C) indica che la combinazione dei due beni è inefficiente; infatti, è sempre possibile ottenere una quantità maggiore di entrambi i beni spostandosi verso l'alto o verso destra sino a raggiungere un punto giacente sulla curva di trasformazione (cioè aumentando la quantità prodotta di un bene e lasciando invariata la quantità prodotta dell'altro). Viceversa, qualsiasi punto esterno alla curva individua una combinazione tra i due beni irragiungibile, in quanto richiederebbe l'utilizzo di risorse supplementari non disponibili.
La pendenza della curva di trasformazione è misurata dal saggio marginale di trasformazione (v.) il quale indica che via via che la quantità del bene prodotto X subisce una riduzione infinitesimale, gli incrementi della quantità prodotta del bene Y diventano sempre più piccoli.
Curva, detta anche della produzione possibile, utilizzata dai neoclassici (v.) per la soluzione dei problemi relativi all'individuazione della quantità di beni da produrre che massimizza il profitto di un'impresa nell'ipotesi che siano fissi il volume delle risorse disponibili e le tecniche utilizzate. La curva di trasformazione, nell'ipotesi di due soli beni prodotti, può così rappresentarsi:
Vedi grafico.
Detti X e Y i due beni, osserviamo che ogni punto della curva individua una possibile combinazione di quantità da produrre dei due beni col pieno impiego delle risorse. In altri termini, la curva indica la possibilità di trasformare il bene X nel bene Y, e viceversa, trasferendo l'utilizzo delle risorse disponibili da una produzione all'altra.
È chiaro che se tutte le risorse fossero utilizzate nelle produzione del bene X si otterrebbe la quantità massima producibile X0 nel grafico e nessuna quantità del bene Y, mentre, se tutte le risorse fossero utilizzate nella produzione del bene Y, si otterrebbe la quantità massima producibile Y0 nel grafico.
Qualsiasi punto all'interno della curva di trasformazione (ad es. il punto C) indica che la combinazione dei due beni è inefficiente; infatti, è sempre possibile ottenere una quantità maggiore di entrambi i beni spostandosi verso l'alto o verso destra sino a raggiungere un punto giacente sulla curva di trasformazione (cioè aumentando la quantità prodotta di un bene e lasciando invariata la quantità prodotta dell'altro). Viceversa, qualsiasi punto esterno alla curva individua una combinazione tra i due beni irragiungibile, in quanto richiederebbe l'utilizzo di risorse supplementari non disponibili.
La pendenza della curva di trasformazione è misurata dal saggio marginale di trasformazione (v.) il quale indica che via via che la quantità del bene prodotto X subisce una riduzione infinitesimale, gli incrementi della quantità prodotta del bene Y diventano sempre più piccoli.