Critica di Lucas
Critica di Lucas
Valutazione critica, esposta da Lucas (v.) in un suo famoso articolo del 1976, circa la possibilità di utilizzare modelli econometrici (v.) nella politica economica. I parametri del modello economico (v.), infatti, non sarebbero indipendenti dalle politiche economiche adottate dalle autorità.
Secondo l'economista statunitense, se gli individui formulano aspettative razionali (v.), il loro comportamento sarà necessariamente influenzato dalle misure di politica economica preannunciate dal Governo nel tempo t. Nel tempo t+1 l'autorità pubblica baserà le proprie scelte su un determinato modello economico composto da equazioni in cui le diverse variabili obiettivo e strumentali sono collegate da parametri. Questi ultimi esprimono modelli di comportamento degli agenti economici e sono in genere considerati relativamente stabili. Nell'equazione del consumo, ad esempio, avremo:
C = c Y
dove la propensione marginale al consumo è, appunto, considerata un parametro.
Il valore di tali parametri viene di solito stimato econometricamente a partire dai comportamenti tenuti nel passato dagli agenti economici: nel caso della propensione marginale al consumo, ad esempio, il parametro è stato stimato ricorrendo ai dati sul consumo e sul reddito degli anni precedenti. Il problema sollevato da Lucas riguarda proprio questa assunzione sulla stabilità dei parametri strutturali: se il comportamento degli individui è influenzato dalle scelte degli operatori pubblici, un modello di strategia basato su parametri «vecchi» non potrà essere utilizzato per prevedere le conseguenze delle misure di politica economica che si ha intenzione di adottare poiché proprio la nuova politica comporterà un mutamento dei parametri strutturali.
La critica di Lucas è ormai universalmente accettata, e trova consenso anche fra quanti non sottoscrivono la tesi monetarista della completa inutilità di manovre di politica economica. I sostenitori dell'intervento pubblico, infatti, ribattono che se è fondato presumere che il comportamento dei privati è influenzato dalle decisioni del policy maker, la politica economica potrà comunque avvalersi di modelli che tengono conto di questa interazione strategica.
Valutazione critica, esposta da Lucas (v.) in un suo famoso articolo del 1976, circa la possibilità di utilizzare modelli econometrici (v.) nella politica economica. I parametri del modello economico (v.), infatti, non sarebbero indipendenti dalle politiche economiche adottate dalle autorità.
Secondo l'economista statunitense, se gli individui formulano aspettative razionali (v.), il loro comportamento sarà necessariamente influenzato dalle misure di politica economica preannunciate dal Governo nel tempo t. Nel tempo t+1 l'autorità pubblica baserà le proprie scelte su un determinato modello economico composto da equazioni in cui le diverse variabili obiettivo e strumentali sono collegate da parametri. Questi ultimi esprimono modelli di comportamento degli agenti economici e sono in genere considerati relativamente stabili. Nell'equazione del consumo, ad esempio, avremo:
C = c Y
dove la propensione marginale al consumo è, appunto, considerata un parametro.
Il valore di tali parametri viene di solito stimato econometricamente a partire dai comportamenti tenuti nel passato dagli agenti economici: nel caso della propensione marginale al consumo, ad esempio, il parametro è stato stimato ricorrendo ai dati sul consumo e sul reddito degli anni precedenti. Il problema sollevato da Lucas riguarda proprio questa assunzione sulla stabilità dei parametri strutturali: se il comportamento degli individui è influenzato dalle scelte degli operatori pubblici, un modello di strategia basato su parametri «vecchi» non potrà essere utilizzato per prevedere le conseguenze delle misure di politica economica che si ha intenzione di adottare poiché proprio la nuova politica comporterà un mutamento dei parametri strutturali.
La critica di Lucas è ormai universalmente accettata, e trova consenso anche fra quanti non sottoscrivono la tesi monetarista della completa inutilità di manovre di politica economica. I sostenitori dell'intervento pubblico, infatti, ribattono che se è fondato presumere che il comportamento dei privati è influenzato dalle decisioni del policy maker, la politica economica potrà comunque avvalersi di modelli che tengono conto di questa interazione strategica.