Capitalismo
Capitalismo
Sistema economico (v.) caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione.
Il termine è stato a lungo ignorato dagli economisti, che lo giudicavano troppo carico di valenze ideologiche, mentre maggior fortuna ha avuto presso gli storici.
La prima riflessione sistematica sul capitalismo è dovuta a Marx (v.), che individua nel modo di produzione capitalistico l'essenza del capitalismo.
Nell'accezione marxiana del termine il modo di produzione capitalistico è fondato sulla dissociazione tra i possessori dei mezzi di produzione (capitalisti), i quali l'utilizzano in vista del conseguimento di un profitto (v.) da reinvestire nel processo produttivo, e coloro che utilizzano tali mezzi di produzione (salariati). In sostanza, nell'analisi marxista il capitalismo si afferma quando, a seguito della Rivoluzione francese del 1789 e della Rivoluzione industriale (v.), il modo di produzione capitalistico diviene dominante.
Secondo gli economisti liberali (che però preferiscono il termine di economia di mercato), il sistema capitalistico è caratterizzato da una completa liberalizzazione del mercato in cui l'equilibrio tra produzione e consumo è realizzato attraverso l'incontro tra la domanda di tutti i consumatori e l'offerta globale delle imprese; tale equilibrio è però assicurato soltanto nell'ipotesi in cui le forze di mercato sono libere di agire senza alcuna interferenza da parte dello Stato. Il ruolo di quest'ultimo è quello di definire le «regole del gioco» e assicurarsi che esse vengano rispettate.
Se pure un tale modello teorico è mai esistito, esso è risultato valido solo nei primi anni dello sviluppo della società capitalistica. Già verso la seconda metà del XIX secolo il sistema economico capitalistico risulta profondamente modificato. In particolare, i fattori che hanno determinato tali mutamenti sono:
— aumento delle dimensioni aziendali. L'impresa individuale, che caratterizzava il sistema economico della prima metà del XIX secolo, tende negli anni successivi ad essere sostituita da grandi gruppi industriali: l'esigenza di realizzare economie di scala (v.) e di massimizzare i profitti ha condotto ad una sempre maggiore concentrazione industriale e alla stipulazione di accordi tra imprese che operano nello stesso settore produttivo. Il processo di ampliamento delle dimensioni aziendali, e quindi un sempre più accentuato allontanamento dallo schema classico del sistema capitalistico, ha avuto come conseguenze:
— l'introduzione della distinzione tra capitalista attivo, ovvero colui che partecipa al processo produttivo attraverso la propria funzione organizzativa, ed il capitalista passivo che fornisce i capitali necessari a sviluppare programmi d'investimento (in genere attraverso l'intermediazione bancaria);
— l'assunzione della direzione dell'impresa da parte di managers che non hanno alcun legame con i reali proprietari dell'azienda. Questo gruppo direttivo non sempre adotta criteri di direzione aziendali tesi alla massimizzazione del profitto (v. Tecnostruttura) essendo influenzato anche da altre esigenze imprenditoriali;
— l'intervento dello Stato nel sistema economico. Fino alla grande crisi del 1929 lo Stato aveva limitato i suoi interventi nel sistema economico realizzando così una delle condizioni fondamentali che, nello schema classico, dovevano assicurare il corretto funzionamento del sistema capitalistico. In realtà, già nella seconda metà del XIX secolo, esso aveva abbandonato tale ruolo di imparzialità. In seguito, l'aggravarsi delle crisi economiche e le continue oscillazioni cicliche che caratterizzavano il sistema capitalistico, in particolare la grande depressione (v.) e la crisi del 1929, mostrarono i limiti della capacità di riequilibrio automatico di tale sistema. Con l'avvio della politica del New Deal (v.) l'intervento dello Stato nel sistema economico divenne sempre più importante in quanto unico elemento in grado di garantire un equilibrato sviluppo (v.) economico.
Abbandonato il dogma della neutralità dello Stato, l'evoluzione del sistema capitalistico è stato caratterizzato nel XX secolo dal coesistere di enti economici pubblici che si affiancavano alle imprese private dando vita ad un sistema capitalistico misto.
Approfondimento: Le ricorrenti crisi del sistema capitalisticoLe ricorrenti crisi del sistema capitalistico
Sistema economico (v.) caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione.
Il termine è stato a lungo ignorato dagli economisti, che lo giudicavano troppo carico di valenze ideologiche, mentre maggior fortuna ha avuto presso gli storici.
La prima riflessione sistematica sul capitalismo è dovuta a Marx (v.), che individua nel modo di produzione capitalistico l'essenza del capitalismo.
Nell'accezione marxiana del termine il modo di produzione capitalistico è fondato sulla dissociazione tra i possessori dei mezzi di produzione (capitalisti), i quali l'utilizzano in vista del conseguimento di un profitto (v.) da reinvestire nel processo produttivo, e coloro che utilizzano tali mezzi di produzione (salariati). In sostanza, nell'analisi marxista il capitalismo si afferma quando, a seguito della Rivoluzione francese del 1789 e della Rivoluzione industriale (v.), il modo di produzione capitalistico diviene dominante.
Secondo gli economisti liberali (che però preferiscono il termine di economia di mercato), il sistema capitalistico è caratterizzato da una completa liberalizzazione del mercato in cui l'equilibrio tra produzione e consumo è realizzato attraverso l'incontro tra la domanda di tutti i consumatori e l'offerta globale delle imprese; tale equilibrio è però assicurato soltanto nell'ipotesi in cui le forze di mercato sono libere di agire senza alcuna interferenza da parte dello Stato. Il ruolo di quest'ultimo è quello di definire le «regole del gioco» e assicurarsi che esse vengano rispettate.
Se pure un tale modello teorico è mai esistito, esso è risultato valido solo nei primi anni dello sviluppo della società capitalistica. Già verso la seconda metà del XIX secolo il sistema economico capitalistico risulta profondamente modificato. In particolare, i fattori che hanno determinato tali mutamenti sono:
— aumento delle dimensioni aziendali. L'impresa individuale, che caratterizzava il sistema economico della prima metà del XIX secolo, tende negli anni successivi ad essere sostituita da grandi gruppi industriali: l'esigenza di realizzare economie di scala (v.) e di massimizzare i profitti ha condotto ad una sempre maggiore concentrazione industriale e alla stipulazione di accordi tra imprese che operano nello stesso settore produttivo. Il processo di ampliamento delle dimensioni aziendali, e quindi un sempre più accentuato allontanamento dallo schema classico del sistema capitalistico, ha avuto come conseguenze:
— l'introduzione della distinzione tra capitalista attivo, ovvero colui che partecipa al processo produttivo attraverso la propria funzione organizzativa, ed il capitalista passivo che fornisce i capitali necessari a sviluppare programmi d'investimento (in genere attraverso l'intermediazione bancaria);
— l'assunzione della direzione dell'impresa da parte di managers che non hanno alcun legame con i reali proprietari dell'azienda. Questo gruppo direttivo non sempre adotta criteri di direzione aziendali tesi alla massimizzazione del profitto (v. Tecnostruttura) essendo influenzato anche da altre esigenze imprenditoriali;
— l'intervento dello Stato nel sistema economico. Fino alla grande crisi del 1929 lo Stato aveva limitato i suoi interventi nel sistema economico realizzando così una delle condizioni fondamentali che, nello schema classico, dovevano assicurare il corretto funzionamento del sistema capitalistico. In realtà, già nella seconda metà del XIX secolo, esso aveva abbandonato tale ruolo di imparzialità. In seguito, l'aggravarsi delle crisi economiche e le continue oscillazioni cicliche che caratterizzavano il sistema capitalistico, in particolare la grande depressione (v.) e la crisi del 1929, mostrarono i limiti della capacità di riequilibrio automatico di tale sistema. Con l'avvio della politica del New Deal (v.) l'intervento dello Stato nel sistema economico divenne sempre più importante in quanto unico elemento in grado di garantire un equilibrato sviluppo (v.) economico.
Abbandonato il dogma della neutralità dello Stato, l'evoluzione del sistema capitalistico è stato caratterizzato nel XX secolo dal coesistere di enti economici pubblici che si affiancavano alle imprese private dando vita ad un sistema capitalistico misto.
Approfondimento: Le ricorrenti crisi del sistema capitalisticoLe ricorrenti crisi del sistema capitalistico