Bimetallismo

Bimetallismo

Sistema monetario in cui due metalli esercitano contemporaneamente il ruolo di standard monetario. In esso l'unità di conto è definita in rapporto a due metalli preziosi, storicamente l'oro e l'argento; tutte le monete coniate hanno un potere liberatorio (v.) illimitato.
Il bimetallismo fadottato durante il XVIII secolo da molti paesi tra cui la Francia, gli Stati Uniti e l'Italia, ma ben presto diversi fattori ne rivelarono le difficoltà di funzionamento.
Esso, infatti, era altamente sensibile alle variazioni nella produzione di uno dei metalli che fungevano da standard; la scoperta di nuovi giacimenti di oro o di argento provocava un rapido deprezzamento del metallo il cui tasso non veniva subito adeguato. In questo contesto il metallo non deprezzato veniva tesaurizzato mentre l'altro era utilizzato come intermediario negli scambi, secondo la famosa legge di Gresham (v.) in base alla quale «la moneta cattiva scaccia la buona».
L'estremo tentativo di salvare il sistema bimetallico fattuato nel 1933 negli Stati Uniti. Durante tutto il decennio precedente il valore dell'argento aveva subìto un progressivo deprezzamento, aggravato anche dalla crisi del 1929; nel 1934 il governo statunitense, sotto la pressione dei produttori americani d'argento, emanò il Silver Purchase Act con cui s'impegnava ad acquistare argento fino ad un quarto dello stock monetario globale (oro e argento) ad un prezzo fissato dallo stesso governo (1,29 $ l'oncia). Queste misure provocarono delle manovre speculative sull'argento che condussero, in definitiva, all'abbandono del bimetallismo come sistema monetario.