Beni pubblici

Beni pubblici

Beni caratterizzati da due qualità: la non-rivalità e la non-escludibilità.
Per non-rivalità si intende la caratteristica di quei beni il cui consumo da parte di un individuo non limita la possibilità di consumo da parte di altri (Samuelson).
Si pensi, ad esempio, al servizio di difesa nazionale: di tale beneficio godono tutti egualmente, pacifisti e non, evasori fiscali e contribuenti.
Qualora il consumo del bene sia limitato ad una categoria di persone più o meno estese, ma non all'intera collettività, si tratterà di un bene pubblico impuro.
Per non-escludibilità si intende l'impossibilità per il produttore di un bene di escludere altri individui dai benefici di tale produzione.
La non-esclusione può avere natura tecnica o economica:
— un esempio di non esclusione tecnica è offerto dalle trasmissioni radiofoniche: se si installa un ripetitore non è possibile escludere alcuni cittadini piuttosto che altri dalla ricezione;
— la non escludibilità economica, invece, trova giustificazione ad esempio negli elevati costi che un sistema di sorveglianza e controllo comporterebbe; discriminare il consumo di un bene (un parco pubblico, ad esempio) può avere costi così alti da rendere antieconomica questa attività.
Per i beni pubblici le condizioni di ottimo sono date dall'uguaglianza tra il saggio marginale di trasformazione (v.) e la somma dei saggi marginali di sostituzione (v.) dei componenti la collettività.
È evidente come un bene pubblico costituisca un possibile fallimento del mercato (v.): se non è possibile escludere chi non paga e se tutti godono egualmente del bene, non vi è alcuna convenienza economica privata alla loro produzione. Si è, dunque, di fronte ad una inefficiente allocazione delle risorse (v.), dovuta al fatto che il beneficio privato è inferiore al costo, pur essendo il beneficio sociale superiore al costo stesso.