Benessere

Benessere

Grado di soddisfazione dei bisogni (v.) degli individui.
Se la sua definizione è abbastanza agevole per quanto riguarda il singolo, numerosi problemi presenta il concetto di benessere sociale o collettivo.
La definizione di benessere sociale è, infatti, legata alla possibilità di conoscere le preferenze dei membri delle collettività, aggregandole in un qualche modo. Ciò presuppone, però, la possibilità di poter confrontare le utilità individuali.
Seguendo Bentham è possibile ottenere una funzione del benessere sociale come somma aritmetica della utilità dei singoli individui. In questo caso le utilità dei singoli sono definite in modo cardinale e quindi misurabili.
In altri termini, tutti gli economisti che precedettero Pareto (v. Utilitarismo), ignorarono il problema fondamentale del confronto fra i diversi ottimi, legati a differenti tipi di distribuzione del reddito (v.). Marshall (v.), infatti, fondò il suo ragionamento sul concetto di surplus dei consumatori senza badare al fatto che un surplus c.d. aggregato è funzione delle variazioni individuali del reddito (v.) reale. Wicksell (v.) criticò aspramente la generalizzazione delle condizioni ottime di scambio sostenute da Jevons (v.) e da Walras (v.), affermando che le condizioni di ottimo della produzione e dello scambio dipendono dalla dotazione (iniziale) dei fattori e dalla distribuzione (iniziale) della proprietà nel sistema economico. In sostanza anche Wicksell, per risolvere il problema dei confronti interpersonali di utilità, propose soluzioni di politica economica (v.), la cui efficacia sarebbe dipesa dalla possibilità di ignorare o meno le differenze individuali di utilità.
Pareto, pur non respingendo le funzioni cardinali e additive (v. Additività) dell'utilità, diede un taglio netto alle teorie tradizionali, limitando il suo intero ragionamento a conclusioni circa il benessere che non dipendevano da nessun confronto di tipo interpersonale: egli rifiutò, dunque, di valutare le c.d. variazioni ambigue di benessere.
In altri termini secondo Pareto (v.) il benessere sociale aumenta se aumenta l'utilità di un individuo, senza che si riduca quella di qualche altro.
Il concetto di ottimo paretiano (v.), però, è indipendente da fattori quali la distribuzione del reddito e si basa unicamente svalutazioni di efficienza, ciò che, secondo la nuova economia del benessere (v. Economia del benessere) lo rende inservibile per esprimere un giudizio di merito sulle diverse politiche economiche.
Sempre più spesso, perciò, si preferisce approssimare il benessere collettivo facendo ricorso al reddito nazionale (v.).
D'altra parte, anche il concetto di benessere individuale appare oggi superato nella microeconomia moderna che ad esso ha sostituito il concetto di preferenza.