Becker, Gary Stanley
Becker, Gary Stanley
(Pottsville, Pennsylvania, 1930)
Economista statunitense. Premio Nobel per l'economia 1992, esponente della c.d. scuola di Chicago (v.), G. Becker è un teorico dell'applicazione del pensiero economico a problematiche di natura sociale come l'emigrazione, la criminalità, la scuola, la gestione della famiglia.
Egli è convinto che l'approccio economico sia il passaggio essenziale per comprendere molteplici comportamenti umani, da quello del capo famiglia, che considera come un piccolo imprenditore (v. Household economics), a quelli devianti (The Economic Approach to Human Behaviour). Le attività criminose sarebbero, addirittura, il frutto di accurate analisi in cui i costi (probabilità di arresto) sono inferiori ai benefici (profitti che da quelle attività scaturiscono).
Ultraliberista e conservatore, tratto tipico, questo, dei rappresentanti della scuola di Chicago, G. Becker sostiene tenacemente la causa delle privatizzazioni (v.), che vede, per le delimitazioni che pongono allo strapotere governativo, come l'antitodo più efficace alla corruzione.
(Pottsville, Pennsylvania, 1930)
Economista statunitense. Premio Nobel per l'economia 1992, esponente della c.d. scuola di Chicago (v.), G. Becker è un teorico dell'applicazione del pensiero economico a problematiche di natura sociale come l'emigrazione, la criminalità, la scuola, la gestione della famiglia.
Egli è convinto che l'approccio economico sia il passaggio essenziale per comprendere molteplici comportamenti umani, da quello del capo famiglia, che considera come un piccolo imprenditore (v. Household economics), a quelli devianti (The Economic Approach to Human Behaviour). Le attività criminose sarebbero, addirittura, il frutto di accurate analisi in cui i costi (probabilità di arresto) sono inferiori ai benefici (profitti che da quelle attività scaturiscono).
Ultraliberista e conservatore, tratto tipico, questo, dei rappresentanti della scuola di Chicago, G. Becker sostiene tenacemente la causa delle privatizzazioni (v.), che vede, per le delimitazioni che pongono allo strapotere governativo, come l'antitodo più efficace alla corruzione.