Banca d'Italia
Banca d'Italia
[via Nazionale 91, 00184 Roma; tel. 06/47921]
internet: www.bancaditalia.it
Detta anche Bankitalia, è un istituto di diritto pubblico, avente funzioni di gestione della circolazione monetaria e della disciplina tecnica del sistema bancario. Prima della partecipazione dell’Italia alla fase finale dell’UEM (v.) aveva in via esclusiva il potere di emissione della carta moneta.
Tuttavia, con la realizzazione dell’Unione monetaria europea, per l’istituto di via Nazionale quella potestà è venuta meno a vantaggio della BCE (v.).
Da quella data, infatti, la Banca d’Italia è stata formalmente dichiarata parte integrante del Sistema Europeo delle Banche Centrali (v. SEBC). Essa, dunque, svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello Statuto del SEBC e del Trattato di Maastricht.
L’adeguamento alle disposizioni comunitarie ha interessato, in particolare, 4 ambiti:
— i requisiti d’indipendenza della Banca d’Italia, che sono stati ampliati;
— l’emissione di banconote e monete. La Banca d’Italia dal 1° gennaio 1999 ha perduto il potere di autorizzare l’emissione di banconote (in tale funzione, infatti, è ora soggetta al potere autorizzatorio esclusivo della BCE) mentre le attribuzioni del Consiglio superiore della Banca d’Italia in materia di banconote continuano ad essere esercitate con riferimento alle sole banconote in lire. Sempre alla BCE è affidata l’approvazione del volume del conio: l’Italia potrà coniare monete in euro (v.), ma dovrà ovviamente rispettare le misure tecniche adottate dal Consiglio dell’Unione europea (v.) e l’ammontare complessivo autorizzato dalla BCE;
— la gestione delle riserve ufficiali. Le diverse banche centrali nazionali (v. BCN) sono tenute a conferire alla BCE le attività di riserva in valuta in proporzione della quota di capitale sottoscritta. Le attività che, dopo questo trasferimento, residuano alla Banca d’Italia, sono da questa gestite osservando gli indirizzi definiti dalla BCE;
— gli strumenti di politica monetaria. Fino al 31 dicembre 1998 il Governatore della Banca d’Italia determinava il tasso d’interesse sui depositi in conto corrente presso la stessa Banca, il tasso ufficiale di sconto e quello sulle anticipazioni in conto corrente ed a scadenza fissa. Dal 1° gennaio 1999, invece, la manovra dei tassi di interesse è di competenza del SEBC (v. Operazioni di mercato aperto; Operazioni su iniziativa delle controparti).
Nata nel 1893 dalla fusione della Banca Nazionale del Regno con la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito, la Banca d’Italia ha condiviso con il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia fino al 1926 la facoltà di emettere biglietti. La legge bancaria del 1936 sancì il suo ruolo di preminenza nel sistema bancario, trasformandola in un istituto di diritto pubblico ed escludendo qualsiasi rapporto con i privati.
A partire dagli anni Ottanta, la Banca d’Italia ha aumentato i margini della propria autonomia dal Governo: dal 1981, infatti, non sussiste più l’obbligo per Bankitalia di assorbire i BOT emessi dal Tesoro e non richiesti dal mercato (v. Divorzio Bankitalia/Tesoro); dal 1993, infine, la Banca d’Italia non può più concedere anticipazioni di alcun tipo al Tesoro (v. Anticipazioni di tesoreria).
[via Nazionale 91, 00184 Roma; tel. 06/47921]
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Detta anche Bankitalia, è un istituto di diritto pubblico, avente funzioni di gestione della circolazione monetaria e della disciplina tecnica del sistema bancario. Prima della partecipazione dell’Italia alla fase finale dell’UEM (v.) aveva in via esclusiva il potere di emissione della carta moneta.
Tuttavia, con la realizzazione dell’Unione monetaria europea, per l’istituto di via Nazionale quella potestà è venuta meno a vantaggio della BCE (v.).
Da quella data, infatti, la Banca d’Italia è stata formalmente dichiarata parte integrante del Sistema Europeo delle Banche Centrali (v. SEBC). Essa, dunque, svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello Statuto del SEBC e del Trattato di Maastricht.
L’adeguamento alle disposizioni comunitarie ha interessato, in particolare, 4 ambiti:
— i requisiti d’indipendenza della Banca d’Italia, che sono stati ampliati;
— l’emissione di banconote e monete. La Banca d’Italia dal 1° gennaio 1999 ha perduto il potere di autorizzare l’emissione di banconote (in tale funzione, infatti, è ora soggetta al potere autorizzatorio esclusivo della BCE) mentre le attribuzioni del Consiglio superiore della Banca d’Italia in materia di banconote continuano ad essere esercitate con riferimento alle sole banconote in lire. Sempre alla BCE è affidata l’approvazione del volume del conio: l’Italia potrà coniare monete in euro (v.), ma dovrà ovviamente rispettare le misure tecniche adottate dal Consiglio dell’Unione europea (v.) e l’ammontare complessivo autorizzato dalla BCE;
— la gestione delle riserve ufficiali. Le diverse banche centrali nazionali (v. BCN) sono tenute a conferire alla BCE le attività di riserva in valuta in proporzione della quota di capitale sottoscritta. Le attività che, dopo questo trasferimento, residuano alla Banca d’Italia, sono da questa gestite osservando gli indirizzi definiti dalla BCE;
— gli strumenti di politica monetaria. Fino al 31 dicembre 1998 il Governatore della Banca d’Italia determinava il tasso d’interesse sui depositi in conto corrente presso la stessa Banca, il tasso ufficiale di sconto e quello sulle anticipazioni in conto corrente ed a scadenza fissa. Dal 1° gennaio 1999, invece, la manovra dei tassi di interesse è di competenza del SEBC (v. Operazioni di mercato aperto; Operazioni su iniziativa delle controparti).
Nata nel 1893 dalla fusione della Banca Nazionale del Regno con la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito, la Banca d’Italia ha condiviso con il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia fino al 1926 la facoltà di emettere biglietti. La legge bancaria del 1936 sancì il suo ruolo di preminenza nel sistema bancario, trasformandola in un istituto di diritto pubblico ed escludendo qualsiasi rapporto con i privati.
A partire dagli anni Ottanta, la Banca d’Italia ha aumentato i margini della propria autonomia dal Governo: dal 1981, infatti, non sussiste più l’obbligo per Bankitalia di assorbire i BOT emessi dal Tesoro e non richiesti dal mercato (v. Divorzio Bankitalia/Tesoro); dal 1993, infine, la Banca d’Italia non può più concedere anticipazioni di alcun tipo al Tesoro (v. Anticipazioni di tesoreria).