Ammortamento dell'imposta
Ammortamento dell'imposta
Effetto di un'imposta speciale (v.) sul reddito di un bene capitale che si concretizza nella perdita di valore del bene oggetto del tributo.
La perdita è pari alla capitalizzazione del tributo al saggio di interesse corrente. A subire il danno sarà l'originario proprietario del bene allorché non riesca a trasferire l'imposta sui successivi acquirenti attraverso un aumento del prezzo di vendita. Anche se il proprietario originario decidesse di vendere il bene gravato da imposta, infatti, i nuovi acquirenti compenseranno i minori redditi futuri con la minor spesa sostenuta per acquistare il bene stesso. Perchè si abbia ammortamento occorre, però, che si realizzino alcune ipotesi:
— il nuovo tributo deve essere un'imposta speciale che non alteri il rendimento di altri tipi di investimento;
— che il tasso di interesse che indica la reddittività degli investimenti nell'economia rimanga invariato.
In caso di abolizione dell'imposta, si realizzerà la capitalizzazione del mancato tributo, che è fenomeno inverso a quello dell'ammortamento.
Esempio di ammortamento dell'imposta
Il possesso di un immobile assicura un reddito netto annuo di 5.000.000. Dato un tasso d'interesse corrente del 5%, il valore dell'immobile sarà di 100 milioni (infatti, il valore di un capitale è dato dal rapporto fra il reddito di capitale ed il tasso di rendimento), ovvero:
@
Se un'imposta speciale del 20% colpisce il reddito dell'immobile, quest'ultimo assicurerà ora un reddito netto annuo di 4.000.000. Tale riduzione del reddito netto colpisce, però, esclusivamente l'attuale proprietario: data un'imposta annua di 1 milione (il 20% dei 5 milioni di reddito annui), nessun acquirente sarà disposto a pagare 100 milioni. Il nuovo valore dell'immobile è pertanto di 80 milioni: con l'esborso di tale somma rapportata ai 4 milioni annui di reddito assicura al nuovo proprietario un tasso di rendimento del 5%, pari al tasso d'interesse di mercato.
Effetto di un'imposta speciale (v.) sul reddito di un bene capitale che si concretizza nella perdita di valore del bene oggetto del tributo.
La perdita è pari alla capitalizzazione del tributo al saggio di interesse corrente. A subire il danno sarà l'originario proprietario del bene allorché non riesca a trasferire l'imposta sui successivi acquirenti attraverso un aumento del prezzo di vendita. Anche se il proprietario originario decidesse di vendere il bene gravato da imposta, infatti, i nuovi acquirenti compenseranno i minori redditi futuri con la minor spesa sostenuta per acquistare il bene stesso. Perchè si abbia ammortamento occorre, però, che si realizzino alcune ipotesi:
— il nuovo tributo deve essere un'imposta speciale che non alteri il rendimento di altri tipi di investimento;
— che il tasso di interesse che indica la reddittività degli investimenti nell'economia rimanga invariato.
In caso di abolizione dell'imposta, si realizzerà la capitalizzazione del mancato tributo, che è fenomeno inverso a quello dell'ammortamento.
Esempio di ammortamento dell'imposta
Il possesso di un immobile assicura un reddito netto annuo di 5.000.000. Dato un tasso d'interesse corrente del 5%, il valore dell'immobile sarà di 100 milioni (infatti, il valore di un capitale è dato dal rapporto fra il reddito di capitale ed il tasso di rendimento), ovvero:
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Se un'imposta speciale del 20% colpisce il reddito dell'immobile, quest'ultimo assicurerà ora un reddito netto annuo di 4.000.000. Tale riduzione del reddito netto colpisce, però, esclusivamente l'attuale proprietario: data un'imposta annua di 1 milione (il 20% dei 5 milioni di reddito annui), nessun acquirente sarà disposto a pagare 100 milioni. Il nuovo valore dell'immobile è pertanto di 80 milioni: con l'esborso di tale somma rapportata ai 4 milioni annui di reddito assicura al nuovo proprietario un tasso di rendimento del 5%, pari al tasso d'interesse di mercato.