Accordi internazionali per i prodotti di base

Accordi internazionali per i prodotti di base

Accordi internazionali, stipulati dalla fine della seconda guerra mondiale, tra paesi esportatori ed importatori di prodotti di base (v.) per ridurne le forti fluttuazioni dei prezzi. Vi sono, infatti, dei paesi che basano la loro economia sulla produzione di un singolo bene (ad esempio zucchero): questa dipendenza fa sì che delle forti fluttuazioni del prezzo del bene possano incidere sullo sviluppo economico del paese, determinando instabilità politica ed economica.
Tra le soluzioni adottate dagli accordi per i prodotti di base si ricordano:
— la creazione di scorte cuscinetto: i paesi aderenti all'accordo provvedono all'acquisto e allo stoccaggio del bene quando sui mercati internazionali il prezzo diminuisce. Le scorte così costituite vengono poi rivendute quando il prezzo del bene supera determinati limiti (un esempio si è avuto nel 1953 con l'accordo per lo stagno);
assegnazione di quote di produzione: in questo caso ogni paese produttore si impegna a non superare la quota di esportazione che gli è stata assegnata. Un esempio si è avuto nel 1952 con l'accordo per il caffé;
sottoscrizione di contratti multilaterali di lungo periodo: l'accordo vincola l'esportatore a vendere una determinata quantità di prodotto ad un prezzo variabile tra un minimo ed un massimo stabilito e l'importatore ad impegnarsi all'acquisto. Questa soluzione fu adottata per riequilibrare la domanda e l'offerta del frumento.