Traiano Ulpio
Traiano Ulpio (imp. 98-117 d.C.)
Adottato come figlio da Nerva [vedi], (—) salì al trono nel 98 d.C.; egli non fu solo il primo dei prìncipes adottivi, ma anche il primo di origine provinciale (essendo di provenienza spagnola), a testimonianza di un ormai indiscutibile e graduale spostamento del baricentro politico-economico dell’Impero dall’Italia verso i territori provinciali.
Grande impulso diede (—) all’espansione dell’Impero; l’età traianea appare infatti, caratterizzata da numerose imprese militari. In particolare, egli procedette:
— alla conquista della Dacia, effettuata a due riprese (101-102 e 105-106 d.C.), grazie alla quale il vasto territorio al di là del Danubio diventò provincia romana;
— alla conquista della penisola arabica, che venne costituita in provincia, con il ruolo di preziosa testa di ponte tra l’Oriente mediterraneo ed il Mar Rosso;
— alla conquista della Siria, della regione mesopotamica, con la connessa istituzione delle province armena, mesopotamica e siriana.
Il suo equilibrato programma politico gli procurò consensi sia presso il Senato, che gli conferì il titolo di optimus prìnceps, sia presso l’esercito. Inoltre, il vasto programma di edilizia pubblica da lui elaborato e realizzato gli procurò il favore del popolo e, in particolare, della borghesia provinciale.
Dal punto di vista giuridico-costituzionale, (—) rimosse gli ultimi residui dell’ordinamento repubblicano operando un ulteriore svilimento della nobìlitas senatoria a favore del ceto equestre, attraverso il graduale inserimento dei cavalieri nelle cariche più alte della burocrazia e dell’amministrazione imperiale.
(—) morì nel 117 d.C. a Selinunte, in Cilicia [vedi].
Adottato come figlio da Nerva [vedi], (—) salì al trono nel 98 d.C.; egli non fu solo il primo dei prìncipes adottivi, ma anche il primo di origine provinciale (essendo di provenienza spagnola), a testimonianza di un ormai indiscutibile e graduale spostamento del baricentro politico-economico dell’Impero dall’Italia verso i territori provinciali.
Grande impulso diede (—) all’espansione dell’Impero; l’età traianea appare infatti, caratterizzata da numerose imprese militari. In particolare, egli procedette:
— alla conquista della Dacia, effettuata a due riprese (101-102 e 105-106 d.C.), grazie alla quale il vasto territorio al di là del Danubio diventò provincia romana;
— alla conquista della penisola arabica, che venne costituita in provincia, con il ruolo di preziosa testa di ponte tra l’Oriente mediterraneo ed il Mar Rosso;
— alla conquista della Siria, della regione mesopotamica, con la connessa istituzione delle province armena, mesopotamica e siriana.
Il suo equilibrato programma politico gli procurò consensi sia presso il Senato, che gli conferì il titolo di optimus prìnceps, sia presso l’esercito. Inoltre, il vasto programma di edilizia pubblica da lui elaborato e realizzato gli procurò il favore del popolo e, in particolare, della borghesia provinciale.
Dal punto di vista giuridico-costituzionale, (—) rimosse gli ultimi residui dell’ordinamento repubblicano operando un ulteriore svilimento della nobìlitas senatoria a favore del ceto equestre, attraverso il graduale inserimento dei cavalieri nelle cariche più alte della burocrazia e dell’amministrazione imperiale.
(—) morì nel 117 d.C. a Selinunte, in Cilicia [vedi].