Scuola sabiniana

Scuola sabiniana

Fu una delle principali correnti di pensiero giuridico, insieme alla scuola proculiana, entrambe sviluppatesi tra il I ed il II sec. d.C.
Il clima di fervore scientifico-letterario della tarda età repubblicana e dei primi secoli del Principato favorì la nascita e lo sviluppo delle due scuole giuridiche, caratterizzate ciascuna da diverse impostazioni socio-politiche e dall’acerrima rivalità tra i rispettivi caposcuola.
In particolare:
— la (—) si ispirava al pensiero giuridico di Capitone [vedi] ed annoverava tra le sue fila giuristi del valore di Sabino [vedi] (da cui prese nome), Cassio [vedi] e Giuliano [vedi]; era espressione di tendenze conservatrici ed era legata ai valori tradizionali;
— la Scuola proculiana, si ispirava, invece, al pensiero giuridico di Labeone [vedi] ed annoverava tra le sue fila giuristi del calibro di Proculo [vedi] (da cui prese nome) e Celso [vedi]; era portatrice di orientamenti marcatamente progressisti.
Secondo parte della dottrina, tra le due scuole non sussisteva una sostanziale contrapposizione di orientamenti giuridici, bensì una diversità esclusivamente politica: i sabiniani sarebbero stati, infatti, legati al potere imperiale, mentre i proculiani sarebbero stati fondamentalmente indipendenti.
La dottrina dominante è, invece, dell’avviso che le due scuole fossero profondamente diverse proprio sotto il profilo squisitamente giuridico concettuale: l’opera dei Proculiani, maggiormente rilevante dal punto di vista scientifico ebbe carattere essenzialmente casistico e pratico, mentre l’opera dei Sabiniani, culturalmente meno originale, fu diretta prevalentemente all’esposizione sistematica.
A partire dalla fine del II secolo d.C., le due scuole conobbero una progressiva decadenza, da taluni attribuita all’autorevolezza del pensiero giuridico di Salvio Giuliano [vedi], capace di superare i contrasti tra i giuristi dei due indirizzi; le due scuole scomparvero del tutto in età tardo-classica.