Sannitiche (Guerre)

Sannitiche (Guerre)

Denominazione delle tre guerre sostenute dai Romani contro i Sanniti tra il 343 e il 295 a.C.
Inizialmente i rapporti tra i due popoli furono amichevoli, tanto che nel 354 a.C. fu stipulato un trattato di amicizia. Questo, però, poteva solo ritardare, ma non eliminare il conflitto tra Romani e Sanniti, entrambi desiderosi di possedere le fertili terre a sud del Garigliano.
La prima guerra sannitica ebbe un rapido svolgimento e si concluse con il riconoscimento del diritto dei romani di includere nella propria alleanza le città della Lega campana.
Roma estendeva così il suo dominio su una regione vasta, ricca e civilmente progredita. Terminata la prima guerra sannitica, dovette affrontare la rivolta dei Latini. Domata la rivolta, i Romani sciolsero la Lega latina ed imposero alle città che ne facevano parte condizioni molto gravose.
La seconda guerra sannitica si svolse in due fasi: la prima dal 326 al 304 e la seconda dal 300 al 290.
Nel 321 l’esercito romano, guidato dai consoli Postumio Albino e Veturio Calvino, tentò l’invasione del Sannio. I Romani, costretti a combattere in territorio montano, subirono una gravissima disfatta (Forche Caudine) [vedi].
Riorganizzatasi, Roma riuscì a sconfiggere i nemici a Boviano [vedi].
I Sanniti dovettero riconoscere i possessi romani della Campania e ad essi fu concesso di conservare il proprio territorio, divenendo alleati dei Romani.
Con la terza guerra sannitica (298-290), Roma stroncò definitivamente i suoi fieri nemici, affermando il suo predominio in Italia meridionale e centrale.
La battaglia decisiva si svolse a Sentino (295 a.C.) [vedi].