Regifùgium

Regifùgium

Istituto di origini molto antiche, oscuro agli stessi Romani (nelle fonti classiche non se ne trova, infatti, alcuna giustificazione), basato su questa consuetudine: ogni anno, dal 24 al 28 febbraio, il rex abbandonava la carica (sostituito da un interrex [vedi]) e si nascondeva ai suoi cittadini, per poi tornare in carica, dopo cinque giorni, senza bisogno di una nuova formale investitura.
In dottrina si è ipotizzato che il (—) consistesse in una verifica annuale, da parte dei senatori, dell’operato del rex: quest’ultima carica non sarebbe stata, infatti, almeno fino alla fase etrusca (iniziata dai Tarquini e caratterizzata da una svolta assolutistica), vitalizia.
Il (—), secondo una interessante dottrina, si richiamerebbe all’antico mito greco del “re fanciullo”.
In pratica, in età risalente, quando le società erano ancora matriarcali, il re durava in carica un solo anno, alla cui conclusione era sacrificato ed il suo sangue veniva sparso per i campi come simbolo di fertilità. In seguito, il rex venne sostituito, per un solo giorno, da un re fanciullo che appunto veniva sacrificato al posto suo.