Mùlier

Mùlier [Donna]

(—) letteralmente significava donna (maritata o meno).
Nell’ordinamento patriarcale romano, in cui aveva un’importanza assorbente la potèstas [vedi] del pater familias [vedi], le donne si trovavano in stato di netta inferiorità. La donna non solo era esclusa da ogni forma di partecipazione alla vita pubblica e dalle funzioni di carattere pubblico, non potendo esercitare la tutela. Inoltre, nell’ambito del diritto privato, non potendo essere mai a capo di una famiglia, si trovava sempre o soggetta alla patria potestas [vedi] se filia, o in manu [vedi mànus] se sposa, o sotto tutela [vedi ] se sui iùris [vedi]. Alle donne era, altresì, negata la capacità di proporre accuse pubbliche e di postulàre pro àliis, cioè di stare in giudizio per conto di terzi, né potevano fare da testimonio ad un testamento. Inoltre, per una lex Vocònia [vedi] del 169 a.C., erano incapaci di testare: solo eccezionalmente in diritto giustinianeo potevano adottar figli o essere tutrici di impuberi.
All’inizio dell’età imperiale, col tramonto dell’antica struttura familiare, si verificò un processo di demolizione delle antiche incapacità non più rispondenti ai tempi: si ammise che le donne potessero ricevere o disporre per testamento; decadde l’istituto della tutela; gradualmente si permise alle donne di sollevare accuse private, iniuria propria.
Peraltro, a causa della sua presunta inesperienza, si escluse, in base ad un senatoconsulto Velleiano del 46 d.C., che la donna potesse intercèdere pro àliis, cioè garantire un debito altrui.