Lex Calpurnia de pecùniis repetùndis
Lex Calpurnia de pecùniis repetùndis
Emanata nel 149 a.C., questa legge (si trattò in realtà di un plebiscito [vedi plebiscìtum]) fu rogata, in contrasto con la nobiltà senatoria, dal tribuno della plebe L. Calpurnio Pisone Frugi. Essa istituì una quæstio perpetua [vedi] de pecuniis repetundis [vedi crìmen repetundàrum], la cui presidenza fu affidata al prætor peregrìnus.
La (—) stabilì, inoltre, che la condanna consistesse nella restituzione di quanto illecitamente maltolto o dell’equivalente in denaro.
Emanata nel 149 a.C., questa legge (si trattò in realtà di un plebiscito [vedi plebiscìtum]) fu rogata, in contrasto con la nobiltà senatoria, dal tribuno della plebe L. Calpurnio Pisone Frugi. Essa istituì una quæstio perpetua [vedi] de pecuniis repetundis [vedi crìmen repetundàrum], la cui presidenza fu affidata al prætor peregrìnus.
La (—) stabilì, inoltre, che la condanna consistesse nella restituzione di quanto illecitamente maltolto o dell’equivalente in denaro.