Foro Romano
Foro Romano
Nell’antica Roma era la piazza centrale, di forma trapezoidale, originariamente destinata agli scambi commerciali. Successivamente divenne il luogo deputato allo svolgimento delle riunioni politiche, religiose e giudiziarie e dell’intera vita cittadina.
Secondo la tradizione fu fondato da Romolo [vedi] ed occupa l’area posta fra Palatino, Quirinale e Campidoglio.
Nel sec. VI vi fu costruita la sede delle vestales [vedi]; nel sec. V i templi di Saturno e dei Dioscuri; nel sec. III il tempio della Concordia.
In seguito ad avvenimenti di diversa natura (incendi, terremoti, scorrerie di barbari e sconsacrazione dei templi pagani dovuta all’affermazione del Cristianesimo [vedi], il (—) fu abbandonato a partire dal sec. III e per lunghissimo tempo venne adibito al pascolo del bestiame (da ciò gli derivò il nome di Campo Vaccino).
Solo dalla fine del 1700 ebbe inizio l’opera archeologica, intesa a riportare alla luce i grandi tesori artistici e storici in esso racchiusi: i resti delle Basiliche Emilia, Giulia, Costantiniana; degli archi di Settimio Severo e di Tito; dei templi di Castore e Polluce.
L’opera di riesumazione fu conclusa nella 2a metà del sec. XIX, grazie all’equipe diretta da Giuseppe Fiorelli e Giacomo Boni.
Oggi il (—) rappresenta uno dei più importanti complessi archeologici del mondo.
Nell’antica Roma era la piazza centrale, di forma trapezoidale, originariamente destinata agli scambi commerciali. Successivamente divenne il luogo deputato allo svolgimento delle riunioni politiche, religiose e giudiziarie e dell’intera vita cittadina.
Secondo la tradizione fu fondato da Romolo [vedi] ed occupa l’area posta fra Palatino, Quirinale e Campidoglio.
Nel sec. VI vi fu costruita la sede delle vestales [vedi]; nel sec. V i templi di Saturno e dei Dioscuri; nel sec. III il tempio della Concordia.
In seguito ad avvenimenti di diversa natura (incendi, terremoti, scorrerie di barbari e sconsacrazione dei templi pagani dovuta all’affermazione del Cristianesimo [vedi], il (—) fu abbandonato a partire dal sec. III e per lunghissimo tempo venne adibito al pascolo del bestiame (da ciò gli derivò il nome di Campo Vaccino).
Solo dalla fine del 1700 ebbe inizio l’opera archeologica, intesa a riportare alla luce i grandi tesori artistici e storici in esso racchiusi: i resti delle Basiliche Emilia, Giulia, Costantiniana; degli archi di Settimio Severo e di Tito; dei templi di Castore e Polluce.
L’opera di riesumazione fu conclusa nella 2a metà del sec. XIX, grazie all’equipe diretta da Giuseppe Fiorelli e Giacomo Boni.
Oggi il (—) rappresenta uno dei più importanti complessi archeologici del mondo.