Eraclea (Battaglia di)

Eraclea (Battaglia di) (280 a.C.)

Svoltasi tra i Romani e l’esercito di Pirro, re dell’Epiro [vedi], si concluse con una sconfitta dei primi. Tuttavia, riportarono perdite gravissime entrambi i contendenti.
Pirro era accorso in difesa di Taranto con 25 mila uomini e 20 elefanti e furono proprio i pachidermi, che i Romani non avevano mai visto, a rivelarsi determinanti ai fini della vittoria. Pirro giunse a sessanta chilometri da Roma, ma dovette ritirarsi poiché le sue forze erano insufficienti per un assedio. La vittoria si rivelò proficua da un punto di vista politico, infatti le città della Magna Grecia chiesero quasi tutte la protezione del re epirota, ma non decisiva sotto il profilo militare poiché le città campane e latine rimasero fedeli a Roma.
Le ostilità ripresero l’anno successivo, e nella battaglia di Ausculum (Ascoli di Apulia), dopo due giorni di duri scontri, i Romani furono sconfitti, ma non subirono una disfatta, riuscendo a ritirarsi in buon ordine su posizioni fortificate.
Pirro rimase ferito e pertanto ritenne opportuno, ancora una volta, rinunciare a sfruttare il suo successo e ripiegò su Taranto.
L’epilogo della lotta tra Pirro e i Romani avvenne a Maleventum [vedi].