Domiziano

Domiziano (imp. 81 - 96 d.C.)

Terzo esponente della dinastia Flavia, Domiziano Tito Flavio, figlio di Vespasiano [vedi], succedette senza opposizioni al fratello Tito [vedi] morto prematuramente.
Nell’atto stesso dell’assunzione dei poteri imperiali (—) si presentò come nuovo imperatore davanti ai pretoriani, prima ancora che al Senato, dimostrando così il carattere assolutistico del proprio regime.
Il suo governo accentratore ebbe come effetto un maggior controllo dell’amministrazione provinciale e di quella giudiziaria. Egli limitò l’arruolamento nelle province, tentò un controllo della produzione agraria, limitò le spese nell’amministrazione finanziaria, provvedendo più al completamento o al restauro di edifici, che alla costruzione di opere monumentali.
La svolta autocratica si manifestò soprattutto in un più penetrante controllo del Senato. Grazie ai poteri ottenuti con l’assunzione del titolo di cènsor perpetuus (—) riuscì ad ingerirsi pesantemente nell’attività senatoria, essendo autorizzato a nominare i senatori, a predisporre una precisa gerarchia tra gli stessi ed ad allontanare gli indegni.
Sul piano militare, (—) svolse una politica prudente. Dopo varie campagne contro i Catti (83 e 86 d.C.), rafforzò il limes tra Reno e Danubio.
Sul confine danubiano (—) riuscì a rendere sicura la zona a sud, pur senza coartare del tutto la spinta dacica.
Nonostante la sostanziale continuità di governo rispetto ai precedenti Flavi, il regime autocratico di (—) non potendo avere l’adesione dei ceti tradizionali, si resse totalmente sul terrore.
Dal 90 d.C. si inaugurò quella spirale di paura e di delazioni che raggiunse il culmine nel 93 d.C.
L’aristocrazia ormai terrorizzata vi pose fine mediante una congiura nella quale era forse coinvolta la stessa moglie di (—): un gruppo di senatori, accordatosi sulla nomina del vecchio senatore Cocceio Nerva [vedi Nerva] per la successione, fece uccidere (—) per mano di un liberto, il 16 settembre del 96 d.C.


Vedi tabella 1.Vedi tabella 1.
Vedi tabella 2.