Cristianesimo
Cristianesimo
Setta religiosa diffusasi a partire dal I sec. d.C. in Palestina e nei centri urbani del Mediterraneo. Il (—) divenne la religione ufficiale dell’impero romano con Costantino e Teodosio (IV sec.). In un primo tempo i cristiani furono avversati dal potere imperiale.
La prima espulsione di Cristiani (ed Ebrei) da Roma risale all’imperatore Claudio, la prima persecuzione a Nerone che nel 64 d.C. individuò in loro un capro espiatorio per sfuggire all’accusa di aver dolosamente fatto incendiare Roma. Le persecuzioni proseguirono sia sotto imperatori moderati, sia crudeli. La politica religiosa di Roma fu sempre improntata alla più grande tolleranza: i diversi popoli dell’impero erano liberi di esercitare i più svariati culti purché non interferivano con l’ordinamento Romano. Il motivo scatenante delle persecuzioni dei cristiani si rinviene nella palese negazione del culto dell’imperatore (nato con Augusto) che i cristiani si rifiutarono di venerare; tale atteggiamento fu considerato integrare il crimen maiestatis, punibile con la pena di morte.
Il carattere dirompente della dottrina cristiana minava le strutture economico-sociali dell’impero. La proclamazione dell’uguaglianza di tutti gli uomini, in aperto contrasto con l’istituto della schiavitù e perciò destinata ad incidere sul sistema latifondistico; l’avversione per l’uso delle armi, con le quali Roma dominava il mondo; l’ostilità per gli spettacoli violenti del circo, costituivano ulteriori motivi di contrasto con il potere imperiale.
Setta religiosa diffusasi a partire dal I sec. d.C. in Palestina e nei centri urbani del Mediterraneo. Il (—) divenne la religione ufficiale dell’impero romano con Costantino e Teodosio (IV sec.). In un primo tempo i cristiani furono avversati dal potere imperiale.
La prima espulsione di Cristiani (ed Ebrei) da Roma risale all’imperatore Claudio, la prima persecuzione a Nerone che nel 64 d.C. individuò in loro un capro espiatorio per sfuggire all’accusa di aver dolosamente fatto incendiare Roma. Le persecuzioni proseguirono sia sotto imperatori moderati, sia crudeli. La politica religiosa di Roma fu sempre improntata alla più grande tolleranza: i diversi popoli dell’impero erano liberi di esercitare i più svariati culti purché non interferivano con l’ordinamento Romano. Il motivo scatenante delle persecuzioni dei cristiani si rinviene nella palese negazione del culto dell’imperatore (nato con Augusto) che i cristiani si rifiutarono di venerare; tale atteggiamento fu considerato integrare il crimen maiestatis, punibile con la pena di morte.
Il carattere dirompente della dottrina cristiana minava le strutture economico-sociali dell’impero. La proclamazione dell’uguaglianza di tutti gli uomini, in aperto contrasto con l’istituto della schiavitù e perciò destinata ad incidere sul sistema latifondistico; l’avversione per l’uso delle armi, con le quali Roma dominava il mondo; l’ostilità per gli spettacoli violenti del circo, costituivano ulteriori motivi di contrasto con il potere imperiale.