Costantino I
Costantino I (imp. 306 - 337 d.C.)
Figlio illegittimo di Costanzo Cloro [vedi], partecipò al governo tetrarchico, inaugurato da Diocleziano [vedi] nel 306 d.C.
Impegnato con altri imperatori nelle difficili lotte di successione, createsi col nuovo ordinamento, governò dal 306 secondo il sistema tetrarchico con Massenzio, figlio di Massimiano [vedi], Licinio e Massimino Daia.
Successivamente, con l’eliminazione di Massenzio, Massimino Daia e di Galerio che moriva nel 311 d.C., (—) giunse al sistema diarchico insieme a Licinio; eliminato anche quest’ultimo nel 325 d.C., rimase unico imperatore.
Ristabilita una temporanea unità, (—) operò una divisione amministrativa dell’Impero, in quattro prefetture (Italia, Gallia, Illirico, Oriente), ciascuna governata da un prefetto del pretorio sul quale vigilava l’imperatore. Trasferita nel 330 d.C., la capitale da Roma a Costantinopoli, (—) spostava il centro di gravità dell’impero da Occidente ad Oriente.
Al progetto di unificazione politica, (—) accompagnò quello di unificazione religiosa, convocando a Nicea (325 d.C.) il primo grande Concilio nella storia del mondo cristiano.
Reso totalmente inoffensivo il Senato (—) continuò l’opera dioclezianea nell’organizzazione burocratico-amministrativa dell’Impero, creando una burocrazia come forza politica capace di governare autonomamente a fronte al disorganico governo senatorio-repubblicano. In particolare introdusse nel consistorium [vedi] i due capi dell’amministrazione imperiale (il còmes sacràrum largitiònum [vedi] per l’erario e il comes rèrum privatàrum [vedi] per il patrimonio della corona), il capo dei servizi della casa imperiale (il magìster officiòrum [vedi]) e il capo del tribunale imperiale (il quæstor sacri palatii [vedi]). (—) allontanò, invece, dal consistorium i praefecti prætorio e vi accolse una serie di funzionari detti comites consistoriani.
Il collegamento tra la periferia e il governo centrale fu garantito attraverso i prefetti e una complessa rete di organismi burocratici, detti comites Augusti.
Inoltre, questa massiccia schiera di burocrati, fu definitivamente organizzata e sottoposta a trattamento retributivo.
Con la sua morte, avvenuta nel 337 d.C., l’Impero passò ai suoi tre successori: Costantino II, Costanzo e Costante.
Figlio illegittimo di Costanzo Cloro [vedi], partecipò al governo tetrarchico, inaugurato da Diocleziano [vedi] nel 306 d.C.
Impegnato con altri imperatori nelle difficili lotte di successione, createsi col nuovo ordinamento, governò dal 306 secondo il sistema tetrarchico con Massenzio, figlio di Massimiano [vedi], Licinio e Massimino Daia.
Successivamente, con l’eliminazione di Massenzio, Massimino Daia e di Galerio che moriva nel 311 d.C., (—) giunse al sistema diarchico insieme a Licinio; eliminato anche quest’ultimo nel 325 d.C., rimase unico imperatore.
Ristabilita una temporanea unità, (—) operò una divisione amministrativa dell’Impero, in quattro prefetture (Italia, Gallia, Illirico, Oriente), ciascuna governata da un prefetto del pretorio sul quale vigilava l’imperatore. Trasferita nel 330 d.C., la capitale da Roma a Costantinopoli, (—) spostava il centro di gravità dell’impero da Occidente ad Oriente.
Al progetto di unificazione politica, (—) accompagnò quello di unificazione religiosa, convocando a Nicea (325 d.C.) il primo grande Concilio nella storia del mondo cristiano.
Reso totalmente inoffensivo il Senato (—) continuò l’opera dioclezianea nell’organizzazione burocratico-amministrativa dell’Impero, creando una burocrazia come forza politica capace di governare autonomamente a fronte al disorganico governo senatorio-repubblicano. In particolare introdusse nel consistorium [vedi] i due capi dell’amministrazione imperiale (il còmes sacràrum largitiònum [vedi] per l’erario e il comes rèrum privatàrum [vedi] per il patrimonio della corona), il capo dei servizi della casa imperiale (il magìster officiòrum [vedi]) e il capo del tribunale imperiale (il quæstor sacri palatii [vedi]). (—) allontanò, invece, dal consistorium i praefecti prætorio e vi accolse una serie di funzionari detti comites consistoriani.
Il collegamento tra la periferia e il governo centrale fu garantito attraverso i prefetti e una complessa rete di organismi burocratici, detti comites Augusti.
Inoltre, questa massiccia schiera di burocrati, fu definitivamente organizzata e sottoposta a trattamento retributivo.
Con la sua morte, avvenuta nel 337 d.C., l’Impero passò ai suoi tre successori: Costantino II, Costanzo e Costante.