Concubinàtus
Concubinàtus [Concubinato]
Era l’unione di un uomo e una donna caratterizzata dalla stabilità e dalla mancanza della volontà di considerarsi marito e moglie.
Il (—), diffuso in età classica, ebbe ancora maggior diffusione a seguito dell’introduzione di divieti matrimoniali ad opera della lex Iulia et Papia Poppæa [vedi lex Iùlia et Pàpia]. Costituì così una sorta di surrogato del matrimonio grazie al quale evitare seconde nozze o aggirare il principio monogamico.
Per tutta l’età classica, i figli nati dal concubinato furono considerati vulgo concèpti, ossia figli di unioni extramatrimoniali, attribuiti, pertanto, alla sola madre.
L’istituto fu legislativamente disciplinato solo in età postclassica.
In epoca giustinianea i figli dei concubini, che potevano essere riconosciuti dal pater con l’istituto della legittimazione [vedi legitimatio] (e che, anche in mancanza di questa, acquistavano limitati diritti di successione), vennero considerati liberi naturales (figli naturali).
Era l’unione di un uomo e una donna caratterizzata dalla stabilità e dalla mancanza della volontà di considerarsi marito e moglie.
Il (—), diffuso in età classica, ebbe ancora maggior diffusione a seguito dell’introduzione di divieti matrimoniali ad opera della lex Iulia et Papia Poppæa [vedi lex Iùlia et Pàpia]. Costituì così una sorta di surrogato del matrimonio grazie al quale evitare seconde nozze o aggirare il principio monogamico.
Per tutta l’età classica, i figli nati dal concubinato furono considerati vulgo concèpti, ossia figli di unioni extramatrimoniali, attribuiti, pertanto, alla sola madre.
L’istituto fu legislativamente disciplinato solo in età postclassica.
In epoca giustinianea i figli dei concubini, che potevano essere riconosciuti dal pater con l’istituto della legittimazione [vedi legitimatio] (e che, anche in mancanza di questa, acquistavano limitati diritti di successione), vennero considerati liberi naturales (figli naturali).