Codex Iustiniànus
Codex Iustiniànus [Codice di Giustiniano]
Parte del Còrpus iùris civìlis [vedi] giustinianeo; consisteva in una raccolta di leges, cioè di costituzioni imperiali comprendente il materiale dei codici Gregoriano [vedi Codex Gregorianus], Ermogeniano [vedi Codex Hermogenianus] e Teodosiano [vedi Codex Theodosiànus] e le ultime costituzioni imperiali.
Della redazione fu incaricata una commissione presieduta da Giovanni, ex quæstor sacri palatii, da altri sei eminenti funzionari tra cui Triboniano, da Teofilo, professore alla facoltà giuridica di Costantinopoli e da due avvocati.
L’opera, commissionata da Giustiniano I [vedi] nel 528 d.C. con una costituzione (Hæc quæ necessario), venne pubblicata il 7 aprile 529 d.C. con la costituzione Summa rei publicæ che ne fissò l’entrata in vigore il 16 aprile.
La costituzione affrontò il tema del valore da attribuirsi alle leges non comprese nel nuovo codice: di esse si vietò l’utilizzazione giudiziale.
Il codice non ci è pervenuto nella sua primitiva edizione, perché trasfuso dopo 4 anni, nel Codex repetitæ prælectiònis [vedi].
Parte del Còrpus iùris civìlis [vedi] giustinianeo; consisteva in una raccolta di leges, cioè di costituzioni imperiali comprendente il materiale dei codici Gregoriano [vedi Codex Gregorianus], Ermogeniano [vedi Codex Hermogenianus] e Teodosiano [vedi Codex Theodosiànus] e le ultime costituzioni imperiali.
Della redazione fu incaricata una commissione presieduta da Giovanni, ex quæstor sacri palatii, da altri sei eminenti funzionari tra cui Triboniano, da Teofilo, professore alla facoltà giuridica di Costantinopoli e da due avvocati.
L’opera, commissionata da Giustiniano I [vedi] nel 528 d.C. con una costituzione (Hæc quæ necessario), venne pubblicata il 7 aprile 529 d.C. con la costituzione Summa rei publicæ che ne fissò l’entrata in vigore il 16 aprile.
La costituzione affrontò il tema del valore da attribuirsi alle leges non comprese nel nuovo codice: di esse si vietò l’utilizzazione giudiziale.
Il codice non ci è pervenuto nella sua primitiva edizione, perché trasfuso dopo 4 anni, nel Codex repetitæ prælectiònis [vedi].