Caligola
Caligola (imp. 37-41 d.C.)
Secondo esponente della dinastia Giulio-Claudia, figlio di Germanico e di Agrippina I, fu designato alla successione da Tiberio [vedi] insieme a Tiberio Gemello, figlio di Druso Minore.
Annullato il testamento politico del predecessore, la sua successione fu dovuta all’acclamazione dell’esercito che lo riconobbe imperàtor e del senato che, invece, lo riconobbe prìnceps.
Salito al trono nel 37 d.C., conquistò il consenso popolare e pretoriano con l’abolizione di alcuni tributi, con l’aumento del soldo militare e con un donativo doppio rispetto a quello promesso da Tiberio.
Ebbe una concezione del potere tendente all’assolutismo — ad es. fece processare e condannare per il delitto di lesa maestà [vedi crìmen maiestàtis] i senatori meno favorevoli alla sua politica — e introdusse alcuni cerimoniali orientalizzanti quali la proscinèsi che prevedeva un saluto e un inchino dinanzi all’imperatore.
La sua condotta instabile nei confronti del Senato e dei pretoriani finì per alienargli le loro simpatie e unirli in una congiura conclusasi con il suo assassinio il 24 gennaio del 41 d.C.
Secondo esponente della dinastia Giulio-Claudia, figlio di Germanico e di Agrippina I, fu designato alla successione da Tiberio [vedi] insieme a Tiberio Gemello, figlio di Druso Minore.
Annullato il testamento politico del predecessore, la sua successione fu dovuta all’acclamazione dell’esercito che lo riconobbe imperàtor e del senato che, invece, lo riconobbe prìnceps.
Salito al trono nel 37 d.C., conquistò il consenso popolare e pretoriano con l’abolizione di alcuni tributi, con l’aumento del soldo militare e con un donativo doppio rispetto a quello promesso da Tiberio.
Ebbe una concezione del potere tendente all’assolutismo — ad es. fece processare e condannare per il delitto di lesa maestà [vedi crìmen maiestàtis] i senatori meno favorevoli alla sua politica — e introdusse alcuni cerimoniali orientalizzanti quali la proscinèsi che prevedeva un saluto e un inchino dinanzi all’imperatore.
La sua condotta instabile nei confronti del Senato e dei pretoriani finì per alienargli le loro simpatie e unirli in una congiura conclusasi con il suo assassinio il 24 gennaio del 41 d.C.