Attila
Attila (400 d.C. ca; 453 d.C.)
Condottiero barbaro di origine unna, fu soprannominato “flagello di Dio”.
A capo del suo popolo combatté, come milizia mercenaria, sia per l’imperatore d’Oriente che per quello d’Occidente. In seguito sconfisse lo stesso Teodosio II [vedi], nel 447, imponendogli un pesante tributo.
Valentiniano III [vedi] si vide costretto anche a dargli in sposa la figlia Onoria.
Nel 480, constatato il mancato versamento del succitato tributo, invase l’impero di Occidente, ma fu, poi, sconfitto dal generale Ezio ai Campi Catalaunici (451).
L’anno seguente, però, sfondò le linee militari a protezione della frontiera e dilagò in Italia Settentrionale, distruggendo Aquileia. È ignota la motivazione che lo spinse, poi, a ritornare sui suoi passi senza infliggere il colpo decisivo al nemico ormai inerme.
La storiografia cristiana diede grosso rilievo all’incontro avvenuto sul Mincio tra (—) e il papa Leone I, ma, nella realtà, è poco probabile che il generale, essendo pagano, potesse impressionarsi di fronte all’alto prelato.
Più probabilmente, furono gli stenti della spedizione e il timore di vedersi la ritirata sbarrata dall’imperatore d’Oriente Marciano [vedi] a farlo desistere.
Morì appena tornato in patria, e il suo impero si sfasciò con lui.
Condottiero barbaro di origine unna, fu soprannominato “flagello di Dio”.
A capo del suo popolo combatté, come milizia mercenaria, sia per l’imperatore d’Oriente che per quello d’Occidente. In seguito sconfisse lo stesso Teodosio II [vedi], nel 447, imponendogli un pesante tributo.
Valentiniano III [vedi] si vide costretto anche a dargli in sposa la figlia Onoria.
Nel 480, constatato il mancato versamento del succitato tributo, invase l’impero di Occidente, ma fu, poi, sconfitto dal generale Ezio ai Campi Catalaunici (451).
L’anno seguente, però, sfondò le linee militari a protezione della frontiera e dilagò in Italia Settentrionale, distruggendo Aquileia. È ignota la motivazione che lo spinse, poi, a ritornare sui suoi passi senza infliggere il colpo decisivo al nemico ormai inerme.
La storiografia cristiana diede grosso rilievo all’incontro avvenuto sul Mincio tra (—) e il papa Leone I, ma, nella realtà, è poco probabile che il generale, essendo pagano, potesse impressionarsi di fronte all’alto prelato.
Più probabilmente, furono gli stenti della spedizione e il timore di vedersi la ritirata sbarrata dall’imperatore d’Oriente Marciano [vedi] a farlo desistere.
Morì appena tornato in patria, e il suo impero si sfasciò con lui.