Apòstatae
Apòstatae [Apostati] (*)
Cristiani convertitisi all’ebraismo o al paganesimo.
A seguito dell’Editto di Costantino (313 d.C.), che, riconoscendo la legittimità del Cristianesimo, segnò il mutamento del precedente atteggiamento di tolleranza verso i culti (sempre che non ripugnassero alla coscienza pubblica), (—) videro limitata la propria capacità giuridica: al pari degli eretici (vedi schema sottostante) non potevano rivestire cariche pubbliche né avere schiavi cristiani, furono privati della testamenti factio attiva [vedi], subirono la limitazione della testamenti factio passiva [vedi].
(*) Deviazioni del cristianesimo
Scismatici: (Dal latino tardo ecclesiastico schismàticum, dal greco schizein, dividere). Setta di cristiani seguaci del vescovo di Cartagine Donato, che condannarono quei cristiani che, per salvarsi dalle persecuzioni, avevano consegnato alle autorità le Sacre Scritture.
Furono condannati dal Concilio di Arles (314 d.C.), convocato da Costantino l’anno successivo all’Editto di Milano.
Eretici: (Di etim. incerta, dal lat. hæresis, dal greco hairêisthai, fare la propria scelta). Seguaci del presbìtero di Alessandria Ario che negava la natura divina di Cristo, perché considerava indivisibile la sostanza del Padre.
Tale eresia, diffusasi ben presto in Oriente e divenuta una seria minaccia per l’unità della Chiesa, fu combattuta da Costantino che convocò a Nicea, nel 325 d.C., un concilio ecumenico (formato da vescovi occidentali ed orientali), conclusosi con la condanna di Ario e dei suoi seguaci. Dopo il concilio, Costantino vietò alle sette eretiche di proporre fallaci interpretazioni dei dogmi cristiani.
Apostati: (Dal greco apostasìa, allontamento). Cristiani che durante l’età imperiale abbandonarono totalmente e pubblicamente la propria religione per convertirsi ad altri culti (paganesimo, ebraismo).
Manichei: (Dal latino tardo manichaèi, dal persiano Mani, fondatore della dottrina). Seguaci del manicheismo, culto orientale di origine persiana, professavano la rigida contrapposizione tra un dio del bene e un dio del male. I proseliti di questa setta religiosa furono perseguitati duramente in età imperiale, come veri e propri criminali.
Cristiani convertitisi all’ebraismo o al paganesimo.
A seguito dell’Editto di Costantino (313 d.C.), che, riconoscendo la legittimità del Cristianesimo, segnò il mutamento del precedente atteggiamento di tolleranza verso i culti (sempre che non ripugnassero alla coscienza pubblica), (—) videro limitata la propria capacità giuridica: al pari degli eretici (vedi schema sottostante) non potevano rivestire cariche pubbliche né avere schiavi cristiani, furono privati della testamenti factio attiva [vedi], subirono la limitazione della testamenti factio passiva [vedi].
(*) Deviazioni del cristianesimo
Scismatici: (Dal latino tardo ecclesiastico schismàticum, dal greco schizein, dividere). Setta di cristiani seguaci del vescovo di Cartagine Donato, che condannarono quei cristiani che, per salvarsi dalle persecuzioni, avevano consegnato alle autorità le Sacre Scritture.
Furono condannati dal Concilio di Arles (314 d.C.), convocato da Costantino l’anno successivo all’Editto di Milano.
Eretici: (Di etim. incerta, dal lat. hæresis, dal greco hairêisthai, fare la propria scelta). Seguaci del presbìtero di Alessandria Ario che negava la natura divina di Cristo, perché considerava indivisibile la sostanza del Padre.
Tale eresia, diffusasi ben presto in Oriente e divenuta una seria minaccia per l’unità della Chiesa, fu combattuta da Costantino che convocò a Nicea, nel 325 d.C., un concilio ecumenico (formato da vescovi occidentali ed orientali), conclusosi con la condanna di Ario e dei suoi seguaci. Dopo il concilio, Costantino vietò alle sette eretiche di proporre fallaci interpretazioni dei dogmi cristiani.
Apostati: (Dal greco apostasìa, allontamento). Cristiani che durante l’età imperiale abbandonarono totalmente e pubblicamente la propria religione per convertirsi ad altri culti (paganesimo, ebraismo).
Manichei: (Dal latino tardo manichaèi, dal persiano Mani, fondatore della dottrina). Seguaci del manicheismo, culto orientale di origine persiana, professavano la rigida contrapposizione tra un dio del bene e un dio del male. I proseliti di questa setta religiosa furono perseguitati duramente in età imperiale, come veri e propri criminali.