Università di Genova
Università di Genova
La prima forma di istruzione superiore a Genova risale al secolo XIII, grazie alla presenza di collegi retti ed organizzati secondo statuti particolari. Essi conferivano titoli in legge, teologia, medicina ed arte. Tra gli uomini di cultura che, nel corso del XV e del XVI secolo, contribuirono allo sviluppo dei collegi va ricordato Ettore Vernazza che, nel suo testamento del 1512, lasciò disposizioni affinché fossero create a Genova quattro cattedre di medicina, contribuendo in tal modo alla diffusione della cultura scientifica nella città. Questa felice circostanza si ripeté quando un altro benemerito, Ansaldo Grimaldi, nel 1536 creò un lascito per l’istituzione di quattro cattedre universitarie: diritto canonico, diritto civile, filosofia morale e matematica. Nel 1569 tali cattedre vennero incorporate nelle scuole dei Gesuiti [vedi]. Questi ultimi si erano dedicati all’insegnamento nella città di Genova a partire dal 1554, fondando scuole minori ed un collegio, in cui i religiosi attivarono cattedre di filosofia e di teologia. Nel 1628 vennero rilasciate le prime lauree. Nel corso degli anni successivi si lavorò al fine di ampliare l’attività didattica. Nel 1777 venne fondata la cattedra di chimica, poco dopo quelle di aritmetica commerciale, di storia naturale e di fisica sperimentale. Particolarmente difficile fu la vita dell’(—) durante la fase dei moti del 1821-1823 e del 1830-1835. L’(—) venne infatti chiusa a causa delle agitazioni patriottiche. Tuttavia, in quel clima di grande fervore politico ed intellettuale, Genova, il suo ateneo e gli studenti, diedero notevole contributo alle vicende nazionali. La prima bandiera tricolore, futuro simbolo dell’unità nazionale, conservata ancora oggi nell’(—), fu sventolata dagli studenti guidati da Goffredo Mameli, per le strade della città. Nel 1862 la legge Matteucci attribuì all’(—) la qualifica di secondo livello. Passò al primo livello nel 1885. A partire dal 1936 si ebbe un ampliamento progressivo dell’offerta didattica, con l’aggiunta di nuovi corsi di laurea, tra cui ingegneria ed economia e commercio.
La prima forma di istruzione superiore a Genova risale al secolo XIII, grazie alla presenza di collegi retti ed organizzati secondo statuti particolari. Essi conferivano titoli in legge, teologia, medicina ed arte. Tra gli uomini di cultura che, nel corso del XV e del XVI secolo, contribuirono allo sviluppo dei collegi va ricordato Ettore Vernazza che, nel suo testamento del 1512, lasciò disposizioni affinché fossero create a Genova quattro cattedre di medicina, contribuendo in tal modo alla diffusione della cultura scientifica nella città. Questa felice circostanza si ripeté quando un altro benemerito, Ansaldo Grimaldi, nel 1536 creò un lascito per l’istituzione di quattro cattedre universitarie: diritto canonico, diritto civile, filosofia morale e matematica. Nel 1569 tali cattedre vennero incorporate nelle scuole dei Gesuiti [vedi]. Questi ultimi si erano dedicati all’insegnamento nella città di Genova a partire dal 1554, fondando scuole minori ed un collegio, in cui i religiosi attivarono cattedre di filosofia e di teologia. Nel 1628 vennero rilasciate le prime lauree. Nel corso degli anni successivi si lavorò al fine di ampliare l’attività didattica. Nel 1777 venne fondata la cattedra di chimica, poco dopo quelle di aritmetica commerciale, di storia naturale e di fisica sperimentale. Particolarmente difficile fu la vita dell’(—) durante la fase dei moti del 1821-1823 e del 1830-1835. L’(—) venne infatti chiusa a causa delle agitazioni patriottiche. Tuttavia, in quel clima di grande fervore politico ed intellettuale, Genova, il suo ateneo e gli studenti, diedero notevole contributo alle vicende nazionali. La prima bandiera tricolore, futuro simbolo dell’unità nazionale, conservata ancora oggi nell’(—), fu sventolata dagli studenti guidati da Goffredo Mameli, per le strade della città. Nel 1862 la legge Matteucci attribuì all’(—) la qualifica di secondo livello. Passò al primo livello nel 1885. A partire dal 1936 si ebbe un ampliamento progressivo dell’offerta didattica, con l’aggiunta di nuovi corsi di laurea, tra cui ingegneria ed economia e commercio.