Università di Bologna
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Le origini dell’(—) risalgono ai secoli XI e XII, quando grande rilievo assunse la lotta per le investiture [vedi Investiture (lotta per le)], e particolarmente delicati, soprattutto per le conseguenze politiche nell’intera Europa, divennero i rapporti tra impero e papato. In tale clima di lotte e discussioni divenne fondamentale lo studio del diritto giustinianeo [vedi Corpus iuris civilis], retaggio estremo della civiltà romana, nonché fondamento della stessa identità del Sacro romano impero [vedi]. Fu questo l’ambiente culturale e politico che fece da sfondo all’evoluzione degli studi, soprattutto di diritto, che proprio a Bologna videro uno straordinario sviluppo. Il primo atto ufficiale di costituzione dell’(—) si ebbe con Federico I di Hohenstaufen [vedi], che promulgò nel 1158 la Constitutio Habita [vedi Habita]. Con essa l’(—) divenne per legge il luogo in cui la ricerca si sviluppava liberamente ed indipendentemente da ogni altro potere politico. Sin dai primi secoli della sua costituzione l’(—) divenne meta di studenti di ogni parte di Europa, segno dell’alto prestigio di cui godeva l’ateneo, grazie anche al grande valore degli insegnanti, molti dei quali saranno destinati a lasciare un segno nella storia della scienza. È il caso del matematico Luca Pacioli, teorico della divina proporzione, di Scipione del Ferro e Ludovico Ferrari, i cui nomi sono legati alla scoperta della formula risolutiva di terzo e di quarto grado. Nel corso del secolo XVIII l’(—) risentì fortemente dello sviluppo scientifico e tecnologico. Tra le figure più rappresentative dell’ateneo si deve ricordare Luigi Galvani, uno dei fondatori dell’elettrotecnica moderna. Nel corso del XIX secolo progredirono ulteriormente le scienze applicate. Per l’(—) questo significò potenziamento ed ampliamento dei corsi. Nacque così un corso pratico di ingegneria nel 1863, che divenne scuola di applicazione nel 1878. Nello stesso periodo, a pochi chilometri da Bologna, Guglielmo Marconi compiva il primo esperimento di telegrafia senza fili. Lo scienzato, che non apparteneva all’università, nel 1902 ottenne dal consiglio accademico della scuola d’applicazione la laurea in ingegneria honoris causa. L’(—), sin dalle origini, ha fortemente sentito la necessità di un dialogo con la realtà cittadina, come è attestato dalle donazioni cospicue che le famiglie patrizie concedevano per la fondazione di numerosi collegi universitari.
Le origini dell’(—) risalgono ai secoli XI e XII, quando grande rilievo assunse la lotta per le investiture [vedi Investiture (lotta per le)], e particolarmente delicati, soprattutto per le conseguenze politiche nell’intera Europa, divennero i rapporti tra impero e papato. In tale clima di lotte e discussioni divenne fondamentale lo studio del diritto giustinianeo [vedi Corpus iuris civilis], retaggio estremo della civiltà romana, nonché fondamento della stessa identità del Sacro romano impero [vedi]. Fu questo l’ambiente culturale e politico che fece da sfondo all’evoluzione degli studi, soprattutto di diritto, che proprio a Bologna videro uno straordinario sviluppo. Il primo atto ufficiale di costituzione dell’(—) si ebbe con Federico I di Hohenstaufen [vedi], che promulgò nel 1158 la Constitutio Habita [vedi Habita]. Con essa l’(—) divenne per legge il luogo in cui la ricerca si sviluppava liberamente ed indipendentemente da ogni altro potere politico. Sin dai primi secoli della sua costituzione l’(—) divenne meta di studenti di ogni parte di Europa, segno dell’alto prestigio di cui godeva l’ateneo, grazie anche al grande valore degli insegnanti, molti dei quali saranno destinati a lasciare un segno nella storia della scienza. È il caso del matematico Luca Pacioli, teorico della divina proporzione, di Scipione del Ferro e Ludovico Ferrari, i cui nomi sono legati alla scoperta della formula risolutiva di terzo e di quarto grado. Nel corso del secolo XVIII l’(—) risentì fortemente dello sviluppo scientifico e tecnologico. Tra le figure più rappresentative dell’ateneo si deve ricordare Luigi Galvani, uno dei fondatori dell’elettrotecnica moderna. Nel corso del XIX secolo progredirono ulteriormente le scienze applicate. Per l’(—) questo significò potenziamento ed ampliamento dei corsi. Nacque così un corso pratico di ingegneria nel 1863, che divenne scuola di applicazione nel 1878. Nello stesso periodo, a pochi chilometri da Bologna, Guglielmo Marconi compiva il primo esperimento di telegrafia senza fili. Lo scienzato, che non apparteneva all’università, nel 1902 ottenne dal consiglio accademico della scuola d’applicazione la laurea in ingegneria honoris causa. L’(—), sin dalle origini, ha fortemente sentito la necessità di un dialogo con la realtà cittadina, come è attestato dalle donazioni cospicue che le famiglie patrizie concedevano per la fondazione di numerosi collegi universitari.