Università di Ancona

Università di Ancona

Le origini dell’(—) sono legate a papa Pio IV, che nel 1562 diede l’autorizzazione ad istituire uno studium generale [vedi Studium] di diritto canonico e civile e di teologia, con la possibilità inoltre di poter istituire altre facoltà. Il nuovo studio, in cui i dottori e gli studenti godevano degli stessi benefici vigenti nei più antichi e conosciuti studi generali quali Bologna o Padova, conobbe un periodo di declino nella seconda metà del secolo XVII, a causa della maggiore attrazione esercitata da Bologna e da Roma. Tale declino culminò nel 1739 con una prima chiusura. Nel 1746, sotto pressione del comune, venne approvata da papa Benedetto XVI una delibera volta alla riattivazione della cattedra di diritto canonico e civile. L’ateneo sarà nuovamente chiuso a seguito dei rivolgimenti politici degli anni 1796-1799. Le aspirazioni dell’(—) a costituire un grande polo universitario riapparvero alla vigilia della prima guerra mondiale. Esse tuttavia emersero in maniera incerta, anche se caratterizzate da progetti di grande interesse, come la creazione di una confederazione universitaria regionale con rettorato ad Ancona. Dopo alterne vicende legate in parte anche alla seconda guerra mondiale, nel 1959 si giunse ad un’intesa per la realizzazione di un consorzio tra comune, camera di commercio e provincia, il cui scopo era il potenziamento degli studi universitari nelle Marche, ed in particolare per costituire ad Ancona una facoltà di economia e commercio. Dieci anni più tardi lo stesso consorzio approvò gli atti relativi alla realizzazione di una libera università degli studi ad Ancona. Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, l’(—) ha conosciuto uno sviluppo sia dal punto di vista dell’offerta didattica, sia nell’instaurazione di proficui rapporti con la realtà territoriale.