Signorie

Signorie

Termine indicante la forma di governo assunta dai comuni [vedi Comune medievale] dell’Italia centro-settentrionale, a partire dalla seconda metà del XIII secolo.
Le (—) erano caratterizzate dal graduale accentramento dei poteri comunali in una sola persona, attraverso un’elezione popolare; questi, però, li deteneva a vita e, generalmente, con carattere ereditario. Alcune (—) nacquero come estensione dei poteri del podestà [vedi] (è il caso di Azzo VII d’Este a Ferrara), mentre altre furono create attraverso l’esercizio prolungato dei poteri di capitano del popolo [vedi] o di un’altra carica popolare (i Visconti a Milano, i Gonzaga a Mantova) o attraverso l’egemonia acquisita sulla vita del comune da persone facoltose o insigni (i Medici a Firenze). In altri casi i comuni si affidarono spontaneamente, per ragioni di difesa, a signori, a sovrani o a capitani di ventura.
La maggior parte delle (—) rimase legata al loro fondatore; talvolta i signori ne vennero scacciati, ma accadeva, spesso, che vi rimanessero in maniera stabile (gli Scaligeri a Verona). Quelle che durarono riuscirono a svilupparsi come formazioni statali di una certa ampiezza, in seguito ad annessioni o ad unificazioni. Una volta acquisito il potere i signori tennero ad istituzionalizzare la loro autorità: nacquero così i Principati [vedi], nei quali l’investitura proveniva dall’alto. Per investitura dell’imperatore, i Visconti divennero duchi di Milano (1395), i Gonzaga marchesi di Mantova (1432), gli Estensi duchi di Modena e Reggio (1452), i Medici duchi di Firenze (1530). Tramite l’investitura papale gli Estensi divennero duchi di Ferrara (1471), i Medici granduchi di Toscana (1560).